29 gennaio 2013

Impasto

Dal balcone della suocera, se ti allunghi, riesci a scorgere il rettilineo opposto all'arrivo. Ma l'odore... quello lo senti bene. L'odore dei campi umidi e della leggenda podistica.
Ieri sera guardavo da lassù la pioggia scendere e fare il suo dovere, e creare la fanga. Il gelo di questi giorni la conserverà, così che le temperature più miti del fine settimana la prepareranno per le chiodate di tutti noi, che ci aggiungeremo il sudore (e tanto). Così l'impasto sarà pronto. Ognuno poi si diletterà a piacimento. Il Tapabada cercherà solo di arrivare sul rettilineo che si apre alla vista del balcone ancora in spinta, a pestare sulla fanga dell'ora più calda del dì, per la gioia delle princesses che faranno il tifo da lassù.

"Tanta forza, piedi buoni, gambe buone" V. Ortis


26 gennaio 2013

Oggetti smarriti

La sacca della corsa resta abbandonata in un anonimo vagone del MI-NO delle 18e45, alla fine di una settimana per niente facile. Chissà che lezzo avrà avuto la bomba chimica per l'impavido che ci ha ficcato dentro il naso curioso. Imprevisti che capitano. Mai affezionarsi alla "roba", neanche se si tratta della sciccosa maglia indossata nella prima maratona del Tapabada. Che poi quella maglia fa parte di un'altra vita. Dimenticarla sui binari è stato solo il segno della svolta.


16 gennaio 2013

6x8

... non fa sempre 48. La testa vola via dopo la quinta ripetuta. La voglia è di chiuderla qui, ma mi cimento anche nell'ultimo 800, circuitando l'arena. Cuore dannato! Finisco in affanno come la volta precedente. Mi sa che me ne torno sui monti, che la neve è arrivata, e ci si vede qui.

9 gennaio 2013

Un giorno o l'altro

... mi ritroveranno disteso stecchito nel bagno della Villa, dopo allenamenti così.

PS-1: nel caso spero solo di non essermi già sfilato le mutande, qualora a ricomporre la salma dovessero essere le gentili colleghe.
PS-2: questa cosa del ritrovamento post-allenamento penso di averla già scritta qualche anno fa, ma deve essere un chiodo fisso, tipo una patologia.

7 gennaio 2013

6 gennaio - Cross del Campaccio




Da 1600 metri a zero in meno di quattro ore per fare da zero a 6000 metri in 25 minuti. E tu chiamala passione, se vuoi. Per fare da comparsa nella storia del cross il Tapabada non si fa mancare né la preparazione in altura né una dieta ferrea (kaiserschmarren qui e canederli qua). E strudel a tutte le ore, ad alimentare il sacro fuoco della passione podistica!



Poi un tuffo nelle praterie dove pascolano le anime (e non) che hanno fatto la storia del cross mondiale, intruppato tra i master 35-50. E sì perché il nuovo anno porta al Tapabada l’entrata negli M45 e ci entra a gambe tese, con l’esordio al Campaccio, che il domani è già qui. Partenza in ultima fila e poi a rimontare su labili tracce di prato padano. 6 km a tutta (almeno per me) a pirlare intorno al campo sportivo nella periferia di Tapasciopoli, riflettendo sull’eccessiva densità di podisti che frequenta queste gare che hanno sapore di storia. Il cuore che sbatte nel petto fin dal primo km (4’13’’). La fila si allunga, assesto il ritmo, cerco il duello personale, ma siamo in tanti (4’11’’ il secondo km e pure il terzo). Al quarto mi sento proprio alla frutta (4’14’’), poi al quinto mi accodo ad un gruppetto ed inizio a rimontare posizioni (4’12’’). Al sesto non voglio proprio essere superato (4’06’’)*. Taglio il traguardo in 25 e spiccioli. Asfittico, con il cuore lasciato chissà dove, là nella brughiera, ma contento di essere 167 su 293. E me la sogno ancora adesso questa cavalcata tapasciona! Buon anno di corse!



* Contestualizziamo: si parla di duelli tra tapascioni di basso profilo.

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