31 dicembre 2010

Cifre

1972 km totali con una media di 164 km al mese. 
153 giorni su 365 ho messo le scarpe da corsa, percorrendo mediamente 12 km ogni volta.
Due maratone (Milano e Firenze), corse entrambe a 3h31minutiespiccioli.
Due mezze maratone (Vigevano e Riva del Garda) corse tra i 93 ed i 95 minuti.
La scoperta dell'anno: quattro trail (S. Cristina, Mottarone, Lago d'Orta e Monte Casto) ed una skyrace (?): Bettelmatt Runner.
Sette tapasciate, che danno senso alla storia del Tapabada, e qualche gara sparsa qua e là.

Tutto con la gioia fanciullesca che provo all'alba ogni volta che mi allaccio un paio di scarpe da corsa, scendo le scale di casa, apro il portone, respiro l'aria e mi metto in cammino nel totale silenzio.

PS: Per chi passa da queste parti un augurio per un 2011 in movimento, sperando sempre che le giornate siano belle come questo ultimo giorno dell'anno. Ciao!

29 dicembre 2010

Giornate così

Giornate così non possono essere sprecate. Arrivato alle 14 e ripartito alle 16. In mezzo 40 minuti di corsa lenta tra acqua e neve. Secondo giorno in movimento senza guardare troppo alle tabelle.


24 dicembre 2010

Piove

Oggi sul MXP express il sottoscritto e pochi bancari. Poi un giorno scriverò un post sui bancari runners - senza offesa per nessuna delle due categorie. Intanto continua a piovere e la seconda settimana di preparazione a Roma potrebbe concludersi con un bel zero nella colonna km fatti. No non sarà così. A costo di scappare domani pomeriggio prima della seconda fetta di panetùn. Meno zuccheri più km! Ecco il proposito di questo fine anno... 

21 dicembre 2010

On the road

All’uscita dall’aeroporto ti investono di un botto gli 11°C; che dalle nostre parti li vedremo tra non meno di quattro mesi. Poi sulla strada verso la città, come sempre, mi sorprendo a guardare meravigliato i pini marittimi, che fanno tanto vacanza al mare. Quando infine scendo dal taxi avverto che la strada è in pendenza e che la scarpa scivola un poco sui sanpietrini umidi. Sensazioni che coglierò anche a marzo, spero.

Roma - 1/14

Qui inizia l’avventura … Prima settimana di allenamenti per Roma, tra neve e ghiaccio. Poca roba per iniziare: 24 km distribuiti in due allenamenti (sigh!). L’ultimo è quello di domenica. 16 km tra vecchie e nuove industrie della Manchester de noantri. Il ghiaccio ed il freddo hanno avuto il sopravvento. Era previsto un allenamento da 90 minuti, ma con il socio si è deciso di far ritorno alla base un po’ prima; che in questo momento l’importante è tenere il cuore caldo e le calorie sotto controllo.

13 dicembre 2010

12 dicembre - A pee in Brughea

Le campagne intorno al paesello non ispirano certo grandi sentimenti bucolici, ma l’occasione fornita dalla 40esima edizione della A Pee in Brughea, tapasciata organizzata dalla mia società, vale bene un giretto di 20 km nella periferia boschiva. Con Ale e Rob, tra auguri fatti e ricevuti, belle novelle natalizie (bimbi e matrimoni in arrivo) e le solite ricette festive delle signore con cagnolino al seguito, facciamo il doppio giro da 10km. La media è natalizia, causa slalom tra fango ghiacciato e immondizia varia lasciata nella discarica a cielo aperto. I pochi tratti asfaltati rendono il ritmo meno natalizio e alla fine saranno 18600 metri in 1h32’ (grazie Rob per il link e a Capasso per la foto presa dal suo sito). 




Organizzazione come sempre eccellente con gradito dono natalizio (Christmas ball by Atl. San Marco) da appendere all’albero. Le gambe girano bene ed il fiato non manca ancora. Correre correre e ancora correre è la kryptonite del Tapabada in questo crepuscolo d’anno.

9 dicembre 2010

Lento e ventoso

Non mi sto a dilungare su quanto sia bello correre al Parco in una giornata di dicembre con 12° di temperatura dopo tanti giorni di pioggia. Uscito in una pausa pranzo rubata ai regali natalizi, corro per circa 8 km a passo lento, affidandomi al mio fiuto di podista, dato che la disavventura di ieri mi ha privato del fidato gps. Allenamenti senza nessun obiettivo per questo mese, pensando a dove correre nell'anno che verrà.

8 dicembre 2010

Ripartenza

Il post-Firenze riparte con il tentato suicidio del fidato pc da polso. Si butta dal terzo piano, ma resta indenne. Tutto funziona tranne il gps. Dopo il fattaccio sarebbe dunque il caso di a) non procedere con l'allenamento programmato e starsene a casa, considerando il tentato suicidio un segno del destino, b) finalmente ascoltare il consiglio del saggio di Trivero ("corri con il tempo e non contro il tempo"). Macchè, il Tapabada garmin-dipendente sfida la pioggia (as usual) ed il destino; esce con Garmin zoppicante al polso. Solito girotto in zona industriale, all'ora in cui si fanno le prove per il pranzo natalizio. Corro verso casa in un tempo più che decente, viste le recenti abitudini culinarie, in attesa del nuovo arrivo (uguale identico). Il saggio di Trivero si incazzerà, ma per adesso continuo a farmi del male guardando il crono.

29 novembre 2010

In paradiso

Dalla grande paura al grande freddo. Siamo in tanti oggi qui a Firenze per santificare il giorno del dio della corsa e della sua creatura più cara che è signora maratona. Storie diverse ma non troppo, scritte negli occhi di tutti noi che ci infiliamo nelle gabbie, su una piazza Michelangiolo spazzata da pioggia e vento. Siamo arrivati qui con le nostre tabelle di allenamento, le tante ore sottratte alla famiglia, agli amici, ore passate a correre nel buio della notte o alle prime luci dell’alba. C’è chi ha fatto i compiti per bene e chi un po’ meno, ma tutti siamo pronti al giudizio universale. Chiusi in quelle gabbie per mezz’ora filata, con il solo sacco di plastica fornito dagli organizzatori a ripararci dal freddo, il vento e la pioggia, che lava le nostre colpe di figli, mariti e padri.
Nella città di Dante ognuno di noi è pronto a scrivere la propria Divina Commedia. Si perché la maratona è questo. C’è il paradiso dei primi 30 km, quando il tapascione corre nell’estasi e nella gioia di partecipare alla festa di tutti, quando il gesto atletico è ancora fluido e la mente sgombra da cattivi pensieri. Poi arriva il Purgatorio (dal 30 al 35esimo km), e si inizia ad espiare le colpe di studenti negligenti. Le certezze vengono meno e avanzano nella mente i timori di un peggio senza fine. E poi c’è l’inferno, il cui inizio è in un qualsiasi punto a partire dal 35esimo km. I primi dolori, i crampi, la sofferenza segnata sul volto, quando la maratona diventa masochismo e non si può fare appello al dio della corsa.
Oggi però il Tapabada è qui per festeggiare la sua resurrezione podistica e poco importa di quello che il cielo vomita da lassù. La partenza è lanciata, giù verso l’Arno e per i lunghi ed ampi viali. Ale ed io corriamo sui 5’ e spiccioli. Ogni km che passa leva via le angosce degli ultimi giorni, il ritmo della corsa le annulla. Fortezza da Basso  ed il parco delle Cascine segnano i primi 10 km. Anche il nostro dio porta consolazione: la pioggia diventa fine fine. Si supera il 15esimo e si passa il fiume sul ponte della Vittoria. Palazzo Pitti, i giardini di Boboli e poi ancora il lungarno con il vento e l’acqua che ci puntano dritto e tolgono il fiato. Siamo a metà gara, transitiamo in 1.46 (5’04’’ al km). Ci superano non pochi podisti, ma sappiamo che la corsa non è ancora iniziata. Zona Campo di Marte, poi lo stadio comunale, ecco il ristoro dei 30km. Prendiamo al volo qualche integratore, ma non ci fermiamo. Ora viaggiamo costantemente sotto i 5’/km (alla fine sarà negative split di quasi due minuti). La fatica avanza, ma il corpo è ancora integro. Dopo il 33esimo superiamo i primi podisti alle prese con il loro inferno, c’è la sensazione che questa sarà una bella giornata per me ed il mio socio. Filiamo via verso i budelli del centro storico e la carica che non danno gli integratori lo dà l’incitamento della folla nei passaggi più suggestivi. Siamo al 39esimo quando superiamo Ponte vecchio. Mi giro, vedo Ale che mi segue a giusta distanza. Vorrei aspettarlo per un finale da libro cuore, ma oggi le mie gambe non vogliono rallentare. Per la prima volta da questa mattina guardo il tempo fin qui impiegato, mi sento come mai successo a questo punto di una maratona. Allora spingo ancor più forte sull’acciotolato fradicio di acqua e sudore, solo per il gusto di correre, di sentire che vivo. Un incitamento al pres fermo per crampi e ad un altro compagno di squadra che sfilo via. Poi è tutta adrenalina Tapabada style: i due km finali a 4’38’’, le ultime curve a testa bassa, che gli occhi lucidi non si devono vedere nelle foto. Fermo il crono a 3.31.14, ma non il mio cuore che sa ancora emozionarsi come me. Mi giro e aspetto Ale per festeggiare con un abbraccio liberatorio: lui il personal best io la resurrezione. In questo paradiso di pioggia e freddo.

26 novembre 2010

Alive & kicking

Confesso all'anonimo (?) lettore che reclama l'aggiornamento del blog che il tenutario del qui presente ha avuto la quasi certezza di lasciar perdere tutto. Intendiamoci mica per sua volontà, ma perché alle volte il famoso piano B te lo presentano gli altri senza possibilità di replica. Ma così gira il mondo: ieri ero qui e domani sarò . Nel frattempo una mezza maratona, corsa con la convinzione che sarebbe stata l'ultima volta della mia (pur) breve vita di tapascione e 26 km allenanti in 15 giorni. Niente male per quel che mi aspetta domenica, ma la testa conta più delle gambe (non solo nella maratona). L'importante è avere l'ispirazione, quella che mi porterò racchiusa in un foglietto sotto la soletta della scarpa dx. 

"La maratona rappresenta l'esistenza. Ha punti bassissimi che devi superare e momenti d'estasi che ti sforzi di prolungare. E' un'esperienza spirituale attraverso la quale entri più profondamente in contatto con te stessa, trovando le risposte che cercavi" (P. Radcliffe)

“Se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta”  (E. Montale)

11 novembre 2010

Piano B

Ci vadano gli altri in villa questa mattina, io scappo via da tutti i cattivi pensieri. Approfitto dell’estate che ci regala S. Martino per l’ultimo lungo pro-Firenze. 


Ed in attesa di un foglio di via libera che tarda ad arrivare e che delimita chi corre con chip da chi lo fa senza, rifletto sul mio piano B. Sì perché tutti i maratoneti con un minimo di esperienza sanno che nella maratona, come nella vita, occorre avere un piano B. Perché la maratona, come la vita, non sempre va come deve andare e allora in corso d’opera devi avere un piano B prima di fermarti senza forze al lato della strada. Pensando a tutto questo ed alla bellezza di essere semplicemente uno che corre in una tiepida mattina di novembre ne ho fatti 33 (di km) in 2 ore e 45’. Tra due settimane, tenendo questa media, arriverei non lontano dal mio PB sulla distanza. Ma questo è il piano A, adesso devo preparare il B. 


1 novembre 2010

31 ottobre - Trail del Monte Casto

Il Trail del Monte Casto è la festa del trail. E della festa ci sono tutti gli ingredienti: un padrone di casa grande organizzatore di feste, un buon numero di invitati di razze diverse, cibo e bevande in quantità (Menabrea alla spina su tutto). Ma soprattutto, come in tutte le feste che si rispettino, c'è la sorpresa: pioggia (per i più coraggiosi anche la neve), fango e freddo. Cosa potrebbe volere di più un trailer!

Ad Andorno Micca il Tapabada ci arriva da imbucato (perchè alle feste c'è sempre un imbucato). Non sono ancora un trailer ma faccio le prove. Piove, non ancora sul serio però. Risolvo gli ultimi dubbi sulla vestizione (parto con kway, che leverò quasi subito, e guanti) e mi accalco con gli altri runners della 21 sotto un tendone in attesa della partenza. Sappiamo che il percorso lungo è stato accorciato causa neve, ma a noi ci sarà risparmiata. Guardiamo in su verso quello che ci attende da lì a poco e la pioggia già si sente lungo la schiena. Partenza via e subito salita. Prima su asfalto poi per sentieri che diventano presto piste di fango. Ci si aiuta con le mani per non scivolare. Sul primo traverso prima caduta: il piede va via e atterro sulla luna, iniziamo bene! E' salita tosta ma bella, camminabile ma con ritmo. Bellissimo il sottobosco per arrivare in cima al Casto. Qui c'è gente che non scherza. Uomini dei boschi che conoscono il posto. Mi aggrego ad un gruppo di 4/5 che van su di conserva. Scolliniamo e poi giù a mille fino al primo ristoro. Davanti a noi, in mezzo alle nuvole, montagne imbiancate. Non posso fare a meno di fermarmi e documentare con la fotocamera. Ma sarà la prima e ultima foto. 


La discesa è davvero impegnativa, mi aggrappo a tutto per non cadere. Mi passano in molti, ma rispetto agli ultimi trail mi sento più sicuro. Finita la discesa inizia un bel tratto in falso piano. Penso che qui deve essere bellissimo correre in una giornata normale. Si inizia a superare gli ultimi della gara lunga. Dopo il secondo ristoro il sentiero si butta giù, la staccionata che ci divide dal fosso non è molto solida, quello davanti a me scivola nel fosso. E' un attimo, mi fermo, allungo la mano torna in pista. Un grazie e via. Verso il 14esimo km l'ultima asperità della giornata, si scivola giù in continuazione, ma mi sento bene ed i piedi rispondono veloci prima che il fango li freghi. Dopo il terzo ristoro, mancano gli ultimi 4 km. Si fila via prima su (bel) sentiero, che la pioggia adesso punge. Poi giù a capofitto verso Andorno. Molti della lunga sono in panne, ma resistono. Sul finale un incitamento ad un compagno di squadra impegnato sui 31 ed i complimenti ad una coppia appena superata che finisce a mani alzate. Tolgo il cappello sulla linea dell'arrivo, la pioggia batte sulla pelata ma non la sento. Chapeau Monsieur Tapabada! 2h21' per circa 20km. Emozioni tante (difficili da raccontare che la gara è andata via tutto d'un fiato), divertimento allo stato puro, come da bimbo quando venivi giù a spazzaneve e credevi di essere Thoeni. Il prossimo anno 46km, se Dio vuole, per assaporare meglio il gusto della fatica e di questi monti. Il dopo è una doccia fredda in una camera a gas, il sapore di fango vivo ancora in bocca. Una Menabrea please
Pain is inevitable. Suffering is optional.

29 ottobre 2010

Visti al parco - 2

Molti bambini e personaggi famosi questo mezzogiorno al Parco. Godo l'ultimo sole tiepido prima del diluvio che si abbatterà sul popolo dei tapascioni nel week-end e mi domando se sarà necessario dotarmi di catene da neve domenica per arrivare al Casto. Mentre sfoglio la margherita incontro, nell'ordine, un sindaco-runner con giubbotto sponsorizzante la sua e mia prossima maratona (ma sarà veramente lui? io l'ho salutato non si sa mai) ed il sosia italiano dell'ultrarunner Jesus-style (stessa barba stessi capelli ma un po' meno discinto). In tutta questa girandola di emozioni corro il mio "cazzeggio trail" del venerdì (10K a 4'48'') senza forzare che la salita domenica sarà lunga e scivolosa.

26 ottobre 2010

Go, Pre!

Il mio nuovo assistant coach suggerisce ripetute e così sia. Torno a farle dopo un po’ di tempo. A dire il vero senza troppa convinzione, ma le letture di questo periodo solleticano la mia scarsa voglia di velocità. Arrivo davanti all’Arena, che ha visto correre Pre nel lontano ’74. Non ho il mio popolo a scandire “Go, Tapabada”, come aveva lui ad Eugene, mentre si esibiva sulla pista dell’Hayward Field, ma tanto basta. Questo è il mio Hayward Field e son già carico a mille!

L’idea è una serie da 4x1k, poi strada facendo decido di aggiungere un’altra ripetuta. Mi concentro sulla meccanica di corsa senza guardare il crono, che di questi tempi è meglio non fare gli schizzinosi e prendere ciò che viene. E viene una serie da 4’13’’, 4’04’’, 4’07’’, 4’08’’ e 4’12’’ (con scarpa slacciata). Non bene come a fine settembre, ma ci ho dato dentro, come avrebbe fatto lui.

“Non vado in pista necessariamente per vincere. Quello che mi interessa è capire, vedere chi ha più fegato in gara” (S. Prefontaine)



25 ottobre 2010

Visti alla tv

Settimana fiacca nel fisico e nei km. Tutti concentrati sul finire della settimana in attesa che il dolore rientri alla base. Conclusione domenica con 20 km. Voleva essere un medio, ma è stato abbastanza correre a ritmo gara. Poi sul divano a cercare l'ispirazione guardando la maratona di Venezia.
G: "Papà, quelli corrono forte come te?". T: "No tesoro, quelli corrono moltooo più forte di me".
G: "Perché non sei lì anche tu?". T: "Noi andiamo a Firenze per un'altra maratona". 
G: "E' lontana Firenze, papà?". T: "Non troppo". G: "Allora si vede dalla finestra?"



18 ottobre 2010

17 ottobre - Trail del Lago d'Orta

Non so quali fossero fino ad oggi i motivi per visitare Pogno. Di sicuro adesso si aggiunge un’altra ragione per venire da queste parti: correre il Trail del Lago d’Orta, che parte da questo Paese alle porte di Borgomanero e ad un passo dal lago d’Orta. Per questa prima edizione siamo circa in 250 spalmati tra lunga 36 km (in realtà un po’ di meno) e corta 21 (in realtà un po’ di più). Tra di noi anche il trailer più fotografato al mondo (Giovanni di Aldo, Giovanni e Giacomo) ed una campionessa della specialità (Cecilia Mora). Oggi il Tapabada si presenta con una formazione mista (due sanmarchini, Tapabada e “ultramarathonman” Alessandro, e due del Team 3 Esse, il Pres e Alessandro 2). 
Sbrighiamo velocemente le formalità nel Pala Wojtyla. Abbiamo il tempo di gustarci un caffè, di partecipare alla messa (ci sono occasioni in cui una raccomandazione non fa mai male), mentre i miei compagni si fanno fotografare con il suddetto Giovanni, e di sfogliare la margherita su cosa indossare e portare durante i 36 km (riflessioni che si addicono ai neofiti del genere come noi). Nei trail la partenza è come sempre priva di ogni dispendiosa autocelebrazione tipica delle megamaratone (“su le mani, facciamoci sentire, siamo in tanti, ecc. ecc.): un via dato quasi sottovoce e si parte. Subito la salita, prima a ranghi serrati e poi in ordine sparso. Con Alessandro facciamo il nostro ritmo (ancora a passo di corsa). Dopo il sesto km arriva un tratto per tirare il fiato. Primo ristoro con le signore ad augurarci buona camminata (come facevano a saperlo? si riconosce da lontano il passo del tapascio?) e poi su a toccare il tetto della corsa a 950 metri di altezza, immersi nella nebbia e affaticati dalla pendenza che inizia a farsi sentire. Da qui è una lunga discesa fino al 15esimo km, su sentieri risparmiati dalla pioggia, ma non dal fango che crea non pochi problemi. Ne fa le spese anche il mio compare, giù e subito su come una molla, bravo Ale! Terza asperità di giornata che ci porta ai 720 del Santuario della Madonna del Sasso. 

Qui la salita non è corribile, il Tapacapra mette la ridotta e risale alcune posizioni. Arrivo al Santuario, qualche foto al paesaggio e ristoro, poi ancora salita, l’ultima davvero importante della giornata: è corta, ma mi toglie le ultime forze. Ed anche la lucidità di scorgere la retta via: nel successivo paese di Boleto perdo le segnalazioni e mi ritrovo probabilmente perso, anzi sicuramente perso, insieme ad un altro trailer in mezzo ai boschi. Torniamo sui nostri passi con 5 minuti tondi tondi da recuperare. Nei saliscendi successivi ciò che guadagno in salita cedo nei tratti di discesa a chi va giù con meno timore del Tapapelledorso. Ora lo sterrato lascia il posto all’asfalto. Recupero Alessandro ed insieme arriviamo a Pella. 
Qualche foto nel grigiore totale e poi via sul lungolago. Ormai siamo quasi al 30esimo km, e quando lasciamo lo specchio lacustre per riprendere a salire verso Pogno la spia è sul rosso. 
Nei paesini che attraverso in compagnia di una coppia Lui&Lei con sgargiante maglietta arancione chiedo alla gente del posto quanto manca e immancabilmente: “A Pogno? saranno tre chilometri”. E che cacchio un po’ di precisione! L’ultima salita è un calvario. Siamo ad oltre 4 ore di corsa (prima volta in vita mia! sogno o son desto?). Lui&Lei mi lasciano sul posto e se ne vanno come se avessero fiutato profumo di polenta. Questa volta, però, dopo lo scollinamento il sentiero butta verso Pogno (almeno lo spero!). Percorro le strade deserte all’ora di pranzo di una domenica tardo-autunnale. Nessuno ad aspettarmi dopo 4h13’59’’, 34,5 km e un D+ di 1500 metri, ma ugualmente felice. Trail da promuovere sia come percorso che come organizzazione (apprezzata soprattutto la bozza di menabrea nel pacco gara), docce calde e ristoro finale degno del nome. Tutto senza essere inaffiati dalla pioggia. PS E Giovanni era ancora lì a farsi fotografare insieme ai suoi fans.

15 ottobre 2010

Iscritto e bagnato


Il tenutario di questo blog domenica correrà qui insieme a personaggi famosi, trailer della prima e dell'ultima ora. Tutti accomunati dall'acqua che scenderà, lavando le nostre colpe di tapascioni che si divertono a correre in mezzo al fango. Ieri 10x400 intorno all'Arena per far girare il motore a ritmi sostenuti. Sotto i 4' per buona parte della serie. Confortante e leggero.

12 ottobre 2010

Visti al parco

Sbuco dalla curva al mio passo da allenamento rigenerante e me la trovo di fianco, tacco basso ma comunque invalidante per la corsa, gonna lunga quanto basta per rendere difficile l’allungo. Mi supera leggera e prima che riesca a tentare un recupero sale al volo sull’ultimo gradino del 30. Poi il bus chiude le porte e se ne va. Resto lì a pensare come l’ambiente esterno condizioni l’attitudine alla corsa di questo popolo di runners che siamo noi milanesi. Per la cronaca quasi 9 km in 42’ tra le foglie che cadono ed i pensieri che frullano.

11 ottobre 2010

10 ottobre - Cross country dei 7 campanili

Il senso profondo del tempo e dei km spesi ad allenarsi è anche questo: fare una gara tirata e averne ancora per andare via in progressione negli ultimi chilometri. E’ quello che è successo oggi al Tapabada in occasione del Cross country dei 7 campanili, gara del circuito varesino del Piede d’Oro  che si tiene in quel di Cavaria e le cui origini risalgono addirittura al 1914. La 7 campanili rappresenta la sintesi delle gare del Piede d’oro: salite, discese, asfalto e sterrato. Tutto condensato in 16 km e reso ancora più duro dalle due scalinate che si trovano nella prima parte del percorso. Gara bella e muscolare, apprezzata dal popolo tapascione: oggi siamo in 1300, annuncia lo speaker (ma veramente così tanti?). Allo sparo con Alessandro e Alessio cerchiamo di non farci trovare impreparati per non perdere, quei “20 metri che poi è difficile riprendere” (a chi?) sulla prima scalinata, quella di S. Stefano. Dopo la seconda scalinata, a Orago, perdo i compagni di viaggio. L'intento è di continuare a spingere anche sui drittoni in leggera salita. Dopo l’ottavo km si entra nel bosco e ne approfitto per tirare il fiato. L’esperienza insegna al Tapabada che alla fine dello sterrato la 7 campanili presenta il conto: il lungo falsopiano che riporta a Cavaria con i suoi due strappi secchi fa selezione. Corro con buona efficienza sul falso piano e riesco a superare alcuni atleti sugli strappi finali. Mi presento al passaggio nella piazza del paese ancora in buona spinta. L’accelerazione finale non mi evita di essere superato da un sanmarchino in rimonta, ma taglio il traguardo soddisfatto del mio PB in questa corsa: 1h09’ per 15,5 km (4’29’’/km). Voto alto alla corsa e al suo pacco gara (tanta sostanza a costo basso) e per il Tapabada un altro mattoncino sulla strada per Firenze.

8 ottobre 2010

Corri e f ...

Il mio pensiero va a tutti i tapascioni che hanno l'ufficio vicino alla montagnetta di S. Siro

6 ottobre 2010

On the road

Biella andata e ritorno. Prima pioggia e poi sole. Speriamo in un meteo migliore a fine ottobre, quando torneremo per la festa. La nebbia che ristagna sui prati a livello caviglia nel tramonto autunnale ispira il Tapabada. Prima di rientrare a casa parcheggio davanti al PAM, mi cambio e sguazzo nelle pozzanghere per 10 km. Prima in affanno, poi in sintonia con l'ambiente, mentre il buio avvolge ogni cosa. CLS che diventa CM negli ultimi km, chè oggi salta l'allenamento di mezzodì: ho i russi in villa.

4 ottobre 2010

Lungo con fatica

Chiudo la settimana guardando i km percorsi a settembre e le uscite totalizzate: 190 x 15. Una media da tapascione non c’è che dire! Per terminare alla grande la settimana ed iniziare ottobre con slancio ci sarebbe il LL programmato lungo il Naviglio. Restano in agenda i km finali, che la benzina è finita prima. Le ripetute di giovedi si sentono, ma l’importante era stare sulle gambe tre ore, schivando la pioggia. Obiettivo raggiunto.

30 settembre 2010

Kilometro rosso e ripetute

L’altro giorno al convegno l’a.d di Kilometro rosso parlava delle meraviglie della sua creatura e  confermava che la lunghezza di quella “cosa” che sorge accanto alla A4 è proprio di un km. Non ho potuto fare a meno di pensare al tapascione, sicuramente presente tra le 1500 persone che lavorano lì dentro, impegnato in pausa-pranzo a correre una bella serie di ripetute da un km, sfidando le auto che gli sfrecciano accanto. Io, meno tecnologicamente avanzato, oggi ne ho messe in fila 5 intorno all’Arena con tempi tra i 4’ e i 4’10’’. Gambe non troppo effervescenti, testa non troppo convinta, ma sono arrivato in fondo.

27 settembre 2010

Tachi-sprint


A futura memoria siamo qui a celebrare le qualità dopanti di una tachipirina. Settimana fiacca nel fisico e nel kilometraggio. Poi il sabato sera per farla finita ingollo una tachipirina ed il mattino dopo stacco il personale sulla salita di S. Barbara (D+540, 2.76 km, 36’39’’ contro i 38’10’’ di un mese fa). Per farne 15 ci attacco anche la salita della Ponale, tra bikers mezzi durmenti che non ti vedono neanche passare. Tocco il cartello del ”Rispettate i pedoni”, monito a re e regine che se ne fregano di noi tapascioni, e faccio dietrofront, gustandomi un lago senza onde, un cielo senza nuvole ed i monti con i primi colori autunnali.

24 settembre 2010

Milano da correre

Non credo molto nella Milano da bere che si trasforma nella Milano da correre tre o quattro volte all'anno. Ma all'evento di questa mattina avrei partecipato volentieri, per empatia con altri matti che corrono alla mattina presto, per rinverdire il bauscia che ogni milanese come me ha in sé e per la novità dell'evento. Sarà per il prossimo anno. Così trasformo il 5.30 in 6.30 e parto per il secondo allenamento mattutino consecutivo tra le vie del paesello. Niente di significativo. Raffreddore e mal di gola sono ancora lì: 7 km senza nessun impegno. Questa settimana l'importante è non fermarsi e aspettare tempi migliori. 

20 settembre 2010

19 settembre - 35^ Camminata dei Tre Campanili

Capita una volta l’anno che sul percorso dei lunghissimi del Tapabada compaiano come funghi ristori forniti di acqua, tè e generi di sussistenza vari. E’ ciò che succede in occasione della Camminata dei Tre Campanili di Tornavento, tapasciata IVV che si snoda nel Parco del Ticino, quasi tutta su asfalto, con percorsi di 7, 12 e 18km. Così anche quest’anno il Tapabada ha usufruito dei suddetti ristori, optando per il percorso lungo, fatto quasi interamente in compagnia dell’amico Andrea, con cui condivisi la prima esperienza di chip e pettorale nel lontano 2004. E’ questa tapasciata quasi tutta pianeggiante, tranne le due salite che fanno parte del personalissimo circuito Mangia&bevi. Non per questo la tapasciata si può considerare monotona, il paesaggio fluviale che si attraversa appaga la vista e l’animo. Prima del ristoro finale lascio la compagnia e aggiungo altri 14 km al percorso. Per ricordare al corpo e alla mente che la maratona necessita solitudine, poiché dolore e sofferenza sono esperienze nella realtà difficilmente condivisibili. Giornata emotivamente appagante, non certo per la camminata dei Tre campanili: oggi la Giulia ha imparato ad andare in bici senza rotelle. E queste sono altro tipo di soddisfazioni.

16 settembre 2010

Onda su onda

Leggo da qualche parte che il podista, superati i 40 anni, deve aumentare il numero di allenamenti basati sulla velocità, pena il decadimento dell’elasticità muscolare. Decadimento, sensazione che ben si addice alle mie gambe post-trail, la cui efficienza motoria non è ancora pienamente recuperata a quattro giorni dall’evento. Così oggi al parco rispolvero l’onda, un fartlek di 1min + 2min+ 3min a ritmo veloce x 2 con 1’ di recupero lento. Tanto per ritardare il decadimento.

13 settembre 2010

12 settembre - Trail del Mottarone

L’aria che accoglie gli spiriti trail è frizzante quassù in vetta. Alla partenza dell’edizione zero del Trail del Mottarone siamo circa 150, divisi tra la 22 km (i più) e la 44 (i più duri). Per un giorno il Tapabada diventa Tapatrail e nell’attesa di partire si gusta il panorama: Rosa, i Mischabel e pure il Leone. 


Il briefing ruspante della 22 anticipa la partenza lanciata. Subito lo strappo per salire alla vetta del Mottarone ci ricorda che qui oggi soffriremo. Da lì giù lungo una discesa che ci impegnerà quasi continuamente per 8 km fino al primo ristoro. Alessandro ed io tiriamo il freno sull’insidioso sentiero costellato da sassi e radici. La discesa non è il pezzo forte del Tapabada. Più oltre si entra nel bosco ed il percorso diventa corribile. Si passano le tre montagnette e ci si dirige verso Luciago dove è posto il secondo ristoro. E’ questa la parte migliore del percorso: si viaggia immersi in un bel bosco. Adesso siamo sul lato ovest del monte ed il lago d’Orta è sotto di noi. Mi fermo in mezzo ad un gregge di capre per documentare il tutto e riprendiamo a scendere. 


Il sentiero lascia il posto ad una gippabile che ci porterà al punto più basso (700 metri) di questo Trail. Al 17esimo km il bivio segnala il ritorno in quota. Prima con pendenza costante ed infine gli ultimi tre km con un dislivello di 700 mt. Si sale camminando lungo un sentiero dove le rare piante non permettono di ripararsi dal sole. La fatica si inizia a far sentire. Solo all’ultimo km abbozzo un tentativo di corsa, ma la spia è sul rosso. Chiudo la fatica di poco sotto le tre ore (2h58’).
Ritorno in valle soddisfatto dell’esperienza personale e dell’organizzazione di questo trail dopo i dubbi pre-gara (dovuti soprattutto al costo d’iscrizione un po’ alto). Docce calde (rarità per noi tapascioni) e massaggi tra i benefits più apprezzati. Il percorso (con un D+900) mi è parso molto duro. I 700 metri di dislivello negli ultimi km temprano il fisico e la mente.

9 settembre 2010

Ritorno al Parco

Ritorno al Parco, in pausa pranzo. Il programma è veloce: qualche ripetuta e ritorno in villa. Confido nel venticello ristoratore, ma il caldo si fa ancora sentire. Una banda di ragazzini, poi, ha messo le porte volanti per una partitella proprio sul mio percorso con copyright per le ripetute. Ma il Tapabada non si arrende. Parto e ne infilo 4 da un km con riposo attivo di 2’. Le gambe sono pesanti, le sensazioni non buone. Non bado al tempo, ma spingo e basta su questo percorso inventato al momento. Il crono mi dice che sono stato intorno ai 4’. Nel recupero mi fermo a sbirciare da un portone i preparativi nell’Arena. Stasera lì dentro qualcuno correrà un po’ più veloce di me.

6 settembre 2010

Lungo con brio

Ci sono domeniche in cui preferiresti stare a letto piuttosto che farti il lunghissimo pro maratona tutto solo. Ieri era uno di quei giorni. Uno sforzo atroce per alzarmi, decidere il luogo dell’allenamento e poi arrivarci. Così alla fine c’era molta soddisfazione nell’aver fatto il compitino (32 km in tre ore tra Tornavento, Vizzola e Nosate). Ci ho messo dentro anche due giri del Mangia&bevi ed il Sentiero delle vacche per essere a posto con la coscienza. La media si è alzata, ma spero che l’allenamento sia stato fruttuoso per l’impegno di domenica.

5 settembre 2010

3 settembre - 3^ Sotto il pergolato

A Rescalda ai primi di settembre si svolge una delle ultime serali del calendario varesotto. E' un piacere correre questa gara molto veloce e ben organizzata dal team 3 Esse (ma l'avrò scritto giusto?) del presidente e amico Lamberto. Quest'anno il percorso è stato modificato leggermente rispetto alle passate edizioni e misura 6,3 km. Molti come sempre i tapascioni alla partenza. I primi km del Tapabada, trainato dal sempre veloce compagno di allenamenti, risultano troppo veloci e verso il quarto devo tirare un po' il fiato. Nell'ultimo km riprendo a correre in buona spinta e chiudo al ritmo di 4'05'' per un crono finale di 25'46''. Meglio di ogni più rosea aspettativa mi gusto il pasta party (ottimo anche questo, sopratttutto per la pummarola).

30 agosto 2010

29 agosto - Sgamela'a D'Vigezz


37esima edizione della classica non competitiva che tocca tutti i principali paesi della valle dei pittori e terza apparizione consecutiva per il tapabada. Nonostante oggi ci fosse in tabella un lunghissimo pro futura maratona il tafazzi che vuole autoflagellarsi non si è fatto mancare questo fuori programma a base di salite e discese spaccagambe, condite da paesaggi stupendi. Perché si sa che quando la montagna chiama il tapabada corre. 26 km e spiccioli sul medesimo percorso dell’anno scorso in una giornata dai colori meravigliosi e dal clima adatto per correre. Come sempre grande presenza di tapascioni e non (circa 500) e immancabile banda musicale ad allietare la partenza dal centro del fondo di S. Maria Maggiore. 

Allo start il tapabada parte un po’ troppo sprint. I tempi sul km sono decisamente inferiori a quanto avevo programmato alla vigilia. Le prime due salite vengono affrontate ancora in buona spinta tanto che rimonto molti tapascioni. Prima del discesone su sterrato che porta i corridori alla salita delle Villette aggancio (ma per poco) il compagno di squadra Maurizio. Poi inizia il tratto fondamentale della gara, vale a dire la salita di circa un km verso Le Villette. Si tratta di salita corribile, ma da fare dosando le forze per averne ancora nell’ultimo tratto di 8 km che riporta al traguardo di S. Maria Maggiore. In cima a questa salita transito ancora in anticipo rispetto al tempo dell’anno scorso, ma nella discesa successiva che porta a Re le gambe iniziano ad essere pesanti. L’ultima parte di gara per il Tapabada si trasforma in un calvario. La benzina è finita e gli 8 km si trasformano in una gara di ultramaratona. Mi trovo a camminare appena la salita si fa più dura. Solo all’uscita di Malesco riprendo a correre con maggiore continuità. I saliscendi nella pineta non aiutano a tirare il fiato. Fortunatamente l'appannamento fisico e mentale non impediscono al Tapabada di riconoscere i suoi  cari alla vista del traguardo e a dare la mano alla figlia con cui si percorrono gli ultimi 200 mt. Chiudo in 2h19’14”, 189esimo, una manciata di secondi peggio dell’anno scorso. Un po’ preoccupante il calo negli ultimi km, nonostante gli allenamenti in montagna dell’ultimo periodo. La Sgamelaa conferma comunque il suo fascino, nonostante la fatica ed il costo di iscrizione (ai ristori anche quest’anno, as usual, ho visto solamente acqua, tè e limoni, ma c’era lo yogurt al ristoro finale).

25 agosto 2010

Andamento (non) lento & triste

Di ritorno dai confini dell’impero, ieri non sono riuscito ad alzarmi dal letto per il girotto mattutino. Fuori è buio pesto e mentre elaboro un pensiero tipo “cacchio è ancora notte fonda!” sento suonare la sveglia delle 6.30 (sigh!). Le vacanze sono proprio finite. Stamattina ai confini (del letto) mi ci manda mia figlia. Come un running-back NFL guadagna yards su yards a partire dalle 4. Così alle 5.30 sono fuori dalla porta. Voglia zero, visto il cielo color “Shanghai all’ora di punta”. Le gambe però rispondono. La depressione post-ferie mi induce a cambiare percorso mattutino e tipo di allenamento, per dare un senso a questa mattina. Lascio il mio girotto in zona industriale e vago per le vie del paesello in cerca di un rimasuglio di luce artificiale mentre inizia ad albeggiare. Ne escono 9 km solitari (che tutti sono in ferie alla faccia della crisi!): 1 km RG alternato a 2 a ritmo più sostenuto. In attesa che il caldo diminuisca e si possa tornare a far girare le gambe al parco nell’ora di pausa.

22 agosto 2010

Ponale

Domani tutti a casa. Intanto la settimana termina con la salita del Ponale, per il Tapabada prima assoluta dopo quarant’anni di naso all’insù. Da casa sono 6 km e rotti in 35’. Panorama davvero stupendo sul lago. Poi ritorno a Riva e altri 10 km per prepararsi alle fatiche di domenica prossima. In questi sette giorni sul lago non ci siamo fatti mancare nulla: molta salita (di corsa e a piedi), qualche incontro bicornuto, e pure le ripetute. Troppo?

16 agosto 2010

Aperto a Ferragosto

Torno al piano dopo due settimane di su&giù. Conseguenze zero per il quotidiano apfel strudel durante lo stop. Per celebrare il ferragosto il Tapabada si mette di buzzo buono e ne fa 30 + 2: su fino a Ceniga e ritorno lungo la ciclabile del Sarca, che dopo le abbondanti piogge oggi sembra un fiume dell’Hindustan. Buon ritmo post-ferie e post-canederli, con ultimi 5 km sui 4’40’’. Dopo mezz’ora di corsa mi attraversa un gatto nero senza coda. Passo la successiva mezz’ora a considerare gli effetti collaterali dell’episodio sull’attività podistica del tapascione medio.

28 luglio 2010

Stessa grinta

Visto ieri sera Meucci andare a vincere il bronzo -quasi argento- nei diecimila europei. Seduto comodamente sul divano ne apprezzo il gesto atletico e la grinta nel tenere la scia di Thompson. Vabbe' davanti c'erano i britannici, cresciuti con i racconti delle epiche sfide tra i padri del mezzofondo europeo (Coe e Ovett), e allora si sa come va a finire. Nell'atletica però si può anche gioire per un terzo posto. Ispirato dalla medaglia azzurra stamattina alle 5.30 non faccio fatica ad uscire per il solito giro(tto) mattutino. Per celebrare l'evento però scelgo di allungare e gli 8K diventano dieci. L'andatura non è molto briosa, ma con il passare dei km prendo slancio e concludo, come mi sono ripromesso di questi tempi, in progressione, con l'ultimo km sotto ai 4'. Certo il gesto atletico non sarà uguale a quello di Meucci, ma la grinta del Tapabada per raggiungere 'sta velocità è la stessa :). 10K in 48'.

26 luglio 2010

Potenziamento gambe e addominali

Per una domenica niente gare e niente corse per il Tapabada. Visto il folto numero di appuntamenti per questa ultima domenica di luglio decido di saltare il giro. A casa le girls mi reclamano e allora partiamo per un giro in montagna tutti insieme. Ma non sarà una gita domenicale a fermare il denso programma di allenamenti del Tapabada. Così prima viene il potenziamento muscolare con Emma sulle spalle per un'ora di pura salita. Poi il potenziamento degli addominali causa il forzato stop culinario imposto dalla famiglia in questo bel posto. Giornata positiva anche dal punto di vista atletico per il Tapabada, nonostante il freddo e nonostante la Rossa non avesse il vestito migliore.

23 luglio 2010

23 luglio - 2^ Corriarsago

Ultimi scampoli di luglio e ultime serali prima del meritato riposo nel buen retiro. Oggi si corre ad Arsago Seprio e con il ricordo della Bettelmatt Runner ancora nei quadricipiti il Tapabada si presenta alla 2^ Corriarsago. Il cielo è nero sopra i circa 600 piedi pronti a mettersi in moto su questo percorso lungo 6,4 km. La corsa presenta un'alternanza di asfalto e sterrato. Fatico un po’ a prendere il ritmo, poi cerco di mantenerlo costante fino al traguardo. Ultimo km fatto in progressione, e non mi faccio mancare lo sprint finale con un altro podista, che mi beffa sul nastro. 80esima posizione con tempo finale di 27’33’’. Buona gara e bel percorso. Dal numero di persone sotto il tendone, anche lo stand gastronomico non deve essere niente male. Peccato non essersi fermato per le salamelle, ma a casa le bimbe attendono il papà.

19 luglio 2010

18 luglio - Bettelmatt Runner

Dici montagna ed ognuno pensa alla sua idea di montagna: un luogo, un’esperienza, un ricordo. Per il Tapabada l’alta Formazza è il posto che più si avvicina al concetto di montagna, dove il turismo non è ancora di massa (tranne le domeniche di luglio), le cime sono difficilmente raggiungibili, il senso di appartenenza al monte è ancora radicato. Non c’era dunque posto migliore per il Tapabada da cui iniziare la sua “breve” vita di skyrunner. Qui, dove l’azzurro del cielo, il bianco dei ghiacciai ed il verde dei laghi alpini si fondono in una magia di colori, il Tapabada ha disputato la Bettelmatt Runner, corsa in montagna di 20km, evento collaterale alla ben più dura Bettelmatt Skyrace.
Dopo giorni di afa si sale in quota e Riale accoglie con un vento sferzante e 13°C un centinaio di skyrunners che daranno vita alla skyrace del Bettelmatt, e un numero più consistente di partecipanti alla gara corta. Si parte che sono quasi le nove dopo che per primi si sono mossi quelli della lunga. La salita è quasi tutta nella prima parte del percorso. I tornanti su asfalto per arrivare al lago di Morasco servono a spezzare il fiato. Poi in fondo al lago ci attende la prima asperità per salire alla piana del Bettelmatt. Lungo la salita si forma un serpentone di atleti che arranca. Ma alzando lo sguardo vedo già chi, anche in salita, mantiene un passo di corsa (!). Sulla piana si riprende a correre, ma l’acido lattico si è già accumulato nelle mie gambe. Ora arriva il pezzo più duro della corsa. Si affronta la salita al Passo del Gries, la cima Coppi della corsa con i suoi 2479 metri. Oggi faccio gara con il Presidente, come spesso mi capita in questo tipo di corse. Davanti a me due ragazze salgono veloci, io dietro con il fiatone cerco di non mollare, ma si capisce che le tipe hanno più attitudine alle corse in salita del Tapabada: appena le pendenze lo consentono corrono. Dopo oltre 7 km ed un’ora e dieci di corsa arriviamo al Passo Gries, dove è posto il primo ristoro. Il vento spazza via la fatica. A lasciarci senza fiato è il panorama che si può godere da qui: il ghiacciaio del Gries con il lago che ne prende il nome sotto di noi, a sinistra si staglia l’Arbola e di fronte la catena di monti svizzeri che corre lungo la Val Bedretto. Siamo già oltreconfine e qui inizia un lungo tratto (fino al 14esimo km) di meravigliosi saliscendi. Si calpesta anche un po’ di neve. Al passaggio del primo nevaio battezzo la neve con una bella caduta. Si procede così fino alla Capanna Corno, dove si trova il secondo ristoro. Qui ce la prendiamo comoda, come tapascioni in puro spirito IVV il Pres ed il Tapabada si rifocillano con calma, mentre sfilano runners più agguerriti di noi, desiderosi di rimontare posizioni. Si riprende su un sentiero in costa sotto la punta d’Elgio. Si sale sensibilmente, è un tratto delicato: a sinistra il pendio si butta giù verso la strada che sale vero il Nufenenpass. Occorre prestare attenzione. Poi un’addetta (?) sul percorso ci avvisa che inizia l’ultima salita. La prendiamo di petto (la salita), fiduciosi che finisca presto, ma non è così. Si risalgono immensi pratoni. Infine si scorge il chiosco del ristoro. Siamo al Passo S.Giacomo. Qui termina la salita, ma non la corsa. Mancano ancora circa 6 km per arrivare a Riale. Ora si costeggia il bacino del Toggia, lo sterrato è corribile, ma sufficientemente sconnesso per farsi male se non si presta la dovuta attenzione. Escursionisti e “merenderos” ci guardano perplessi. Pochi gli incoraggiamenti. Al ristoro del rifugio Maria Luisa ci superano altri concorrenti, ma il Pres ed il Tapabada non si vogliono far mancare l’ultimo the. Ancora qualche km, poi il percorso si butta giù verso Riale, lasciando lo sterrato per proseguire sul sentiero che taglia i tornanti. Perdo ancora posizioni, la discesa non è la specialità del Tapabada, il ginocchio scricchiola e si sente. Mi superano anche i primi tre concorrenti della lunga (doppiato, ma felice nell’incoraggiarli con il mio allez, allez!). Poi sul piano il Presidente mi aspetta. Abbiamo fatto gara insieme, giusto così alzare insieme le mani sul traguardo. La nostra fatica è durata 3 ore ed è stata lunga 21,63 km. Il tempo sembra essere volato. Mi pare non sia stato sufficiente per assaporare fino in fondo le tante emozioni che mi ha riservato questa gara. Avrei corso ancora per qualche ora e così mi fermo a guardare gli arrivi degli skyrunners, a condividere la loro gioia che è stata anche la mia. Scendo a valle con negli occhi i colori di queste montagne, l’esperienza di una gara dal voto “hors categorie”. Arrivederci al prossimo anno e questa volta sarà skyrace.

12 luglio 2010

11 luglio - 33^ Marcia de la Carafa


Un indizio per sapere se una IVV/tapasciata è da catalogare tra quelle da fare almeno una volta nella vita? Il numero di pullman parcheggiati nei dintorni della partenza. Ieri di pullman provenienti da fuori regione (Veneto ed Emilia) ce n’erano in buona quantità alla partenza della 33esima Marcia de la Carafa, IVV, con tracciati da 4-12-27 e 42 km, che si snoda lungo tutta la Valle di Ledro. Ed il Tapabada non si è lasciato sfuggire la possibilità di testare questa tapasciata che si avvicina molto ad un trail in piena regola. La scelta cade sui 27 km (che alla fine risulteranno 26). Si parte da Biacesa, all’inizio della Valle, e si risale un po’ su sterrato, un po’ su asfalto tutta la valle fino a Pieve di Ledro. Per quelli che optano per la 27 da Pieve si ripiega sull’altra sponda del lago per tornare alla partenza, non prima però di avere solcato alcuni sentieri laterali molto "pendenti".
Tracciato caratterizzato da bellissimi scorci sul lago di Ledro e mai monotono. Si percorrono in prevalenza sentieri e strade forestali, ma l'asfalto è presente soprattutto nella prima parte. Ristori abbondanti e ben curati. Pochi podisti sui percorsi lunghi, in compenso molti tapascioni e molti bimbi su quelli da 4 e da 12. Il Tapabada arriva alla meta dopo quasi tre ore, per la maggior parte trascorse a ripetersi che con un caldo così era meglio essere da un’altra parte. Comunque soddisfatto per i luoghi e per l’allenamento in vista della Skyrace di domenica prossima.

9 luglio 2010

8 luglio - Athlon run

Metti uno dei paesi più incantevoli della nostra provincia, aggiungici una società podistica che organizza una serale per bene e completa il tutto con un numero di podisti né troppo numeroso né troppo esiguo, desiderosi di soffrire il caldo di questi giorni. Questi gli ingredienti della Athlon Run, corsa serale di 5.4 km, disputatasi Castiglione Olona. Ieri u giornali ricordavano il ritorno di Bolt in pista, ma si dimenticavano di citare la prima uscita del Tapabada con la canotta sociale dopo la Maratona di Milano. Cose che capitano. L’inizio è di quelli sprint: come sempre Alessandro parte in quarta ed io dietro 3’51’’ il primo e 3’48’’ il secondo, complice la discesa che ci porta sullo sterrato che costeggia l’Olona. I successivi due km di sterrato si fanno sentire, l’andatura si attesta sui 4’10’’, vengo superato ma supero a mia volta. Poi si ritorna verso il paese con il passaggio sul ponte dell’Olona. Primo strappo per arrivare alla Collegiata (uno sguardo e via) e poi la salita finale fatta ad andatura veramente mediocre, nonostante gli ultimi allenamenti in salita. Taglio in 22’28’’ e 50esima posizione, stracco stracco, ma contento di aver testato questo percorso. C’è il tempo di riforcillarsi e mangiare anche un pezzo d’anguria prima di prendere la via di casa.

7 luglio 2010

Caldo - 3

Ne approfitto della trasferta al lago per farmi un giro mattutino diverso dal solito. Spero in condizioni climatiche migliori rispetto a quelle che si trovano a Busto, ma la pioggia della notte ha aumentato l’umidità anche qui. Fatto il lungolago risalgo la ciclabile sul Sarca, circumnavigo il Brione fino a S. Alessandro. Sono quasi 10 km fatti ad un ritmo in leggera progressione ed in buona spinta anche sull’erta finale che mi riporta al Grez. Poca gente in giro (da queste parti si svegliano un po’ più tardi?) e pochi podisti. In compenso sulle pendici del Brione qualche mucca pascola allegra; anteprima di quello che mi attenderà tra meno di un mese nel mio buen retiro.

5 luglio 2010

Caldo - 2

Caldo, caldo e ancora caldo. Venerdi niente serale. Sabato mattina 12km a ritmo lento nel Parco Alto milanese. Domenica la voglia è zero. Ma prendo l’auto e posteggio a Tornavento. Cerco un po’ di salita per dare concretezza alle fantasie di mezza estate. Dopo il terzo km devo fermarmi x’ mi sembra che la benzina sia finita. Riprendo e parto per una serie di ripetute (alla fine saranno 4) lungo la salita che porta a Vizzola ed è parte del mio giro Mangia&bevi. Chiudo il circuito tornando all’auto; nelle gambe 15 km e qualche kilo in meno. Totalmente svuotato.

30 giugno 2010

Caldo

Esco alle 5.30. Mi sembra più fresco di lunedì, ma è una sensazione che finirà dopo il primo km. Nonostante il caldo le sensazioni di corsa sembrano migliori rispetto a quelle di due giorni fa. Il ginocchio tiene e allungo il giro mattutino di qualche km. Finisco in progressione un medio da 11 km, abbastanza soddisfatto nonostante la forte umidità e l'appesantimento muscolare. Domani qualche ripetuta e venerdi sera qui, a Dio piacendo.

28 giugno 2010

Cina e ritorno

Una settimana a Shanghai. Corso poco ma corso, più per togliere lo zero dai km fatti nella settimana 20 – 28 giugno che per uno stimolo allenante. Mi metto d’impegno, ma il tapis roulant non fa per me e lo spettacolo di una Zhangyang Road trafficata e grigia mi fa passare la voglia. 10 km in tre giorni di tapis roulant sono un successone per il Tapabada. Stamattina invece sveglia presto grazie al fuso e solito circuito mattutino allungato di un km. Passaggio agli 8 km di tutto rispetto nonostante il chilo messo su in una settimana. Adesso concentriamoci e riprendiamo seriamente. Magari ci scappa anche qualche serale.

14 giugno 2010

Mangia&bevi

Una settimana di mare spesa bene a mangia&corri ed una domenica spesa altrettanto bene con un mangia&bevi dal sapore ciclistico. Le mie gambe dopo i drittoni lungomare romagnoli chiedono salita e siccome l’IVV di Carbonate l’ho già provata due anni fa, vado alla scoperta di qualche nuovo percorso collinare nel circondario. Trovo un bel circuito di 3.8 km in quel di Vizzola, con passaggio di fronte al centro sportivo da dove parte la Stravizzola. E’ un bel percorso con una salita tosta ed un’altra da fare in progressione. Lo ripeto due volte e poi al contrario. Mi piace, potrebbe diventare un superclassico dei miei allenamenti. Torno all’auto soddisfatto ma ben stanco: 21 km in circa due ore con tagliatelle e piada romagnola ancora da smaltire.

4 giugno 2010

Allenamenti

Se dovessi pensare adesso alla tabella d’allenamento per le maratone autunnali farei così. Lunghi con chilometraggio via via crescente, intervallati da medi di 18-20 km da finire in progressione. Nel mezzo un lavoro di qualità alla settimana. Ripetute lunghe (4000-3000 a ritmo mezza) una settimana e ripetute sugli 800 quella successiva. Intanto oggi un progressivo sul giro mattutino degli 8. Finalmente termino sotto i 38’, non succedeva da un bel po’.

2 giugno 2010

2/6 - Quattar pass in pineta

“Se vuoi correre fallo pure io arrivo dopo”, “Oggi viene a mangiare mia sorella con la famiglia, ho pensato a quella ricetta che mi avevi dato qualche tempo fa, ti ricordi…”. Queste sono le frasi tipiche che si sentono nei primi km alle tapasciate domenicali, questi mini trail ruspanti che vanno sotto la denominazione di IVV. Poi la possibilità di scegliere tra percorsi di diversa lunghezza filtra il brusio tapascione che ritorna negli ultimi km, quando i percorsi si uniscono nuovamente prima dell’arrivo. E proprio la mancanza di queste esperienze collaterali ha spinto il Tapabada a recarsi ad Abbiate Guazzone per prendere parte alla “Quattar pass in pineta”. Da queste parti c’ero già stato due anni fa e già allora mi aveva stupito l’estensione della pineta messa lì tra le province di Varese e Como. Il percorso è completamente immerso in questa macchia verde. Partito presto, dopo i primi km impegnato nel difficile slalom tra mamme con bimbi, signore con cagnolini, marciatori del ’99, il Tapabada ha potuto apprezzare scorci bucolici con la sola compagnia del vento. La giusta dose di saliscendi alla fine dei 19 km ha creato poi l'affaticamento muscolare che è il pane quotidiano di noi tapascioni. IVV da consigliare per i luoghi e per il tracciato collinare.

1 giugno 2010

Lavoro di qualità

L'ultima volta che ho tentato di spingere in allenamento ero sul tartan della pista di atletica di Georgia Tech non più di due settimane fa con il mio amico runner D. Dopo qualche minuto capii che il ginocchio non avrebbe retto a lungo e piantai lì. Oggi mi sembrava la mattina giusta per riprendere a fare ciò che i runners chiamano lavoro di qualità e che il Tapabada chiama semplicemente fare qualcosa di diverso dalla CL. Fuori di casa alle 6 con venticello primaverile sul percorso di Sacconago. Al terzo km imposto il Garmin per una serie da 10 ripetute di 1' CV + 1' CL. Il ginocchio questa volta tiene e completo il mio giro da 9 km senza troppi affanni. Il dolore sembra più lieve e questo è sufficiente per programmare un calendario estivo un po' più serio di quanto pensavo fino a ieri. Peccato però non essere qui domani, ci tenevo.

31 maggio 2010

Montagna

Ne approfitto della trasferta sul lago per mettere un po’ di salite in questo programma di allenamento(?) molto cazzeggiante. Chissà mai che tutto d’un tratto mi sparisce il dolore al ginocchio e sono costretto a correre per davvero! Così parto da casa e mi dirigo verso il Bastione che guarda Riva dall’alto. All’attacco della salita il crono segna 9’08’’. Impiego circa 7’ per arrivare al rudere (circa 100 mt di dislivello). Torno sui miei passi e mi dirigo verso la Ponale per la seconda salita della giornata. Un km abbondante in direzione Valle di Ledro e poi ritorno. Sono circa 8 km da casa, senza fretta, soprattutto in discesa. Tornerò da queste parti ai primi di luglio e speriamo di fare meno fatica di oggi.

26 maggio 2010

Sensazioni

Certe volte anche il solito anello mattutino può diventare un calvario. Oggi era una di quelle volte e gli 8 km fatti a 5’ di media sono stati demoralizzanti.

21 maggio 2010

Week in Atlanta

Siamo quasi alla fine di questa settimana ad Atlanta.
Domenica-lunedi: 30'
Martedi-mercoledi: 45'
Giovedi: 53' per circa 10km (con tentativo di farlek al Griffin track field of Georgia Tech)
Dopo la quinta uscita consecutiva il ginocchio è tornato a far male. Addio gare di giugno.

17 maggio 2010

Alana

Ad Atlanta per lavoro il Tapabada non si fa mancare l'occasione di correre in terra straniera. Ieri e oggi di buon mattino, complice il fuso orario, corsettina di 5 km tra Centennial Olympic Park ed il campus di Georgia Tech. Con Aldo si chiacchiera e si corricchia per non esssere sopraffatti da budweiser e western burger e per non pensare al ginocchio che continua a far male.

11 maggio 2010

Pioggia e ginocchio

In questo periodo è divertenente leggere in molti blog il continuo lamento per la pioggia e gli allenamenti saltati. Io (fortunatamente) con tutta questa umidità sono a riposo forzato per il ginocchio. Non tutti i mali ...

28 aprile 2010

4107

Stamattina a scendere le scale il ginocchio fa meno male (forse crede anche lui nella remontada blaugrana di stasera). Il clima è fresco e tento di spingere un po' di più, dopo le ultime uscite very soft, post-donazione. Provo una serie da quattro di 1 km CL + 1 km CV. Il primo km veloce è un pianto, ma non mollo. Così l'ultimo scendo verso i 4' al km. Il ginocchio riprende a far male, ma ormai l'allenamento è terminato. Intanto è arrivato il bib number per Firenze: 4107, una nuova avventura ...

21 aprile 2010

Entusiasmo contagioso

Questo entusiasmo dei cugini nerazzurri è contagioso. All’alba percepisco che fuori la primavera avanza e non voglio mancare all’appuntamento. Complice una notte di riposo, con le pupe ancora a dormire, esco di casa alle 6 per il classico loop mattutino in zona industriale e ritorno. Il ginocchio sembra scricchiolare, ma solo fino al quarto km, poi si riscalda e la velocità può aumentare. Così parto piano, ma poi faccio sul serio. Termino gli otto km con un bel progressivo sui 4’ al km. Le gambe tornano a girare se motivate dal pensiero. C’è da decidere in fretta per Firenze che da fine mese il prezzo dei nostri sogni aumenta.

18 aprile 2010

Ripresa

Cressa, Daverio, Monvalle. Poi stamattina mi sono svegliato tardi e ho fatto il mio solito giro, zona industriale. Non un granchè per una domenica bigia. Per correre il lipidico questa mattina ho rispolverato anche il cardio. L'avessi avuto con me anche domenica scorsa forse sarebbe andata diversamente. 11 km a meno di 130 bpm, tanto per riprendere e cercare di capire cosa non va al ginocchio dx.

16 aprile 2010

Calderoli

Pausa pranzo al chioschetto dei panini di fronte al Castello, seduto su una panchina a guardare le scolaresche riprendere i pulman ed i podisti che girano intorno al parco. Mangio il mio calderoli very good (crudo, scamorza e melanzane sott'olio) e mi domando se lo striscione d'arrivo domenica scorsa era proprio qui davanti al chioschetto o dieci metri più in là. Chissà se la settimana prossima sarà ancora abbastanza fresco per qualche ripetuta di mezzodì?

12 aprile 2010

TS (podistico)

“Amo Milano perché mi ha fatto conoscere il mondo fin da bambino" raccontava lo scrittore-giornalista che tanto manca a tutti noi. Così iI Tapabada ama la Milanocitymarathon (voto 6), perché gli ha fatto conoscere la maratona fin da neofita della corsa. Allora, era il 2005, fu il battesimo del tapascione sulla distanza. 5 anni dopo eccomi qui in una fredda e ventosa mattina di aprile in una landa desolata che si chiama Rho-fiera, al ritorno in una maratona, dopo un anno e mezzo di appuntamenti mancati. Rispetto a cinque anni fa molta nebbia e molti clacson in meno. Percorso non disprezzabile (voto 6,5), anche se non il più veloce al mondo come cercava di convincerci gridandolo nelle nostre orecchie lo speaker alla partenza. Ovviamente poca gente sulle strade ad applaudire, ma il tapabada, abituato alle cavalcate solitarie e mattutine, non cercava certo applausi nella Milano dei non-milanesi (voto 4). La misera cronaca di questo tentato suicidio (podistico). Partito in compagnia dell’altro sanmarchino M., per buona educazione mi sono adeguato al passo del collega, pensando di farci raggiungere presto dai palloncini delle 3h30. Così ho corso senza troppe apprensioni per la prima metà gara ad un ritmo intorno ai 4’50-55", un po' più basso di quello previsto dalla mia roadmap. I pacers ci raggiungevano al 20esimo e subito comprendevo che la loro andatura era più veloce dei 5'/km. Eppure, confidando nell’errore del mio gps o in chissà quali capacità “extramatoriali”, continuavo imperterrito a stare attacato ai palloncini, dritto all’appuntamento con il suicidio. Al 30esimo km, superato in 3h28’, ero ancora abbastanza lucido da capire che avrei potuto rallentare e fare la mia gara senza affanno. Ma niente, le gambe giravano, il cuore era in festa e la testa … senza ossigeno. Così arrivò il 35esimo km e alla sesta maratona il tapabada sperimentò fantozzianamente quello che tutti chiamano il “muro dei 35”. Salivazione azzerata, problemi psicomotori evidenti, difficoltà di pensare a qualcosa di diverso del “mi fermo qui”, “questa è l’ultima maratona che faccio, lo prometto”. Prima fermata al 36esimo, e tra il 40 ed il 41esimo una lunga camminata a sperimentare quanto sia effettivamente lungo Corso Sempione se non si viaggia sul pulman della Stie. Mi faccio coraggio in vista del km finale e riprendo a correre (possibile? forse me lo sono sognato), persino con una certa spinta, tanto per non dare la sensazione di essere più di là che di qui ai (pochi) spettatori presenti sul rush finale. Chiudo il tentato suicidio in 3h31’05’’ che poi, a pensarci bene, è la seconda prestazione sulla distanza. Insomma tagliato il traguardo, ancora con la medaglia fumante al collo (voto 6), il Tapabada già pensava a quale sarebbe stata la sua settima maratona.

8 aprile 2010

Compito in classe

Quello che è fatto è fatto! Appoggio la penna sul banco, prendo il foglio protocollo, mi dirigo verso la cattedra per consegnare il compito, raccolgo le mie cose ed esco. Ansia, timore, ma anche voglia di uscire all’aperto, tornare a respirare senza affanno l’aria di primavera. Oggi ultimo allenamento intorno al Parco prima di domenica. Sono passato di fronte al Marathon Village, sprintando negli ultimi 200 metri, magari non riuscissi a farlo fra tre giorni. Poi sono rientrato in villa, ho spento il gps, ho riposto le mizuno nell’armadietto e sono tornato a respirare senza affanno. Quello che è fatto è fatto!

7 aprile 2010

Ispirazione

Veloce resoconto degli ultimi allenamenti. W-e al lago con CL sabato e RG domenica (15 km a 5 min/km). Ripresa martedi senza crono con ritmo sostenuto e oggi poca voglia al parco dopo notte mezza insonne causa pargola. Guardo le tabelle di avvicinamento alle altre maratone e mi sembra che nelle precedenti abbia fatto meglio e di più nelle ultime settimane. Comunque la media è di circa 43 km nelle ultime 12 settimane, non male visti i tempi. Domani ultimi 50’. I numeri hanno grande importanza per chi si prepara a questa corsa, ma occorre soprattutto l’ispirazione. Questa mattina andando in ufficio ho incrociato un arzillo (neanche tanto) vecchietto intento a corricchiare: tuta di maglina, scarpe da running un po’ datate, marsupio scolorito in vita. Mi sembrava un tipo ispirato, niente tabelle, ma solo voglia di correre.

31 marzo 2010

Ritmo gara, anzi progressivo

Non ce l’ho fatta. Cambiandomi di tutta fretta prima di uscire per l’allenamento di mezzogiorno mi ripetevo: “Oggi solo ritmo gara, oggi solo ritmo gara”. Ed invece eccomi a mettere la P di progressivo sotto la data di oggi nella tabella allenamenti. 9 km in progressione per inziare la settimana podistica, circuitando lungo il perimetro del Parco Sempione. Le gambe girano bene nonostante il lunghissimo di domenica, così accelero fino a girare in 4e30 gli ultimi chilometri. Molti podisti sullo stesso giro, la maggior parte con la maglietta di qualche passata edizione della Milanocitymarathon per ricordare a chi li incontra che si inizia a fare sul serio.

28 marzo 2010

- due settimane

E’ finita la penultima settimana in preparazione di Milano. I km sono stati 60 e gli allenamenti 4, con il finale di domenica: 35 km in tre ore. Non male. Oggi eravamo in quattro a correre lungo i canali del Parco del Ticino. Oltra ai due Ale si è aggiunta la new entry Maurizio. Lasciata la macchina al ponte di ferro di Oleggio ci siamo diretti oltre Castelletto di Cuggiono. Aria frizzante all’inizio, poi un sole tiepido ha permesso di correre più sciolti. Ultimi 3 km corsi intorno ai 4’40’’. Le sensazioni sono state buone, anche se sui tratti di sterrato l’appoggio del piede sx mi dà ancora molto fastidio. Ora solo corsa a ritmo gara ed un allenamento di qualità a metà settimana e poi inzia il totometeo.

25 marzo 2010

A Vigevano pioggia e crostata

La mezza di Vigevano il Tapabada la corre per due motivi: testare la tempra del tapascione in condizioni di tempo pessime e per il ristoro finale, il cui piatto forte quest’anno era la crostata. Qui a Vigevano immancabilmente piove nel giorno della mezza e arrivando sul posto mi chiedevo se in questo paese esistano giornate di sole. Evidentemente dovrò riprovare anche il prossimo anno per saperlo. Il programma, mio e di Ale, era di correre una prima parte della gara senza tirare, ed una seconda in progressione, come da tabella per Milano. Pronti via e Ale parte come un treno, io dopo qualche km fatto a ritmi troppo sostenuti lo lascio andare e mi attesto sui 4e20”/25”. Anche se tento di rallentare per tenere fede alla tabella continuo ad un passo inferiore ai 4e30’’ fino al 18km. A questo punto intravedo là davanti la sagoma del mio compagno di allenamenti e spingo per raggiungerlo. L'ultimo km lo corro in 4’08’’. Arrivo abbastanza provato, ma ancora in spinta e chiudo in 1h33’35’’ real time; seconda prestazione sulla distanza alla soglia dei 42. Poi, as usual, doccia senza acqua e ristoro senza risotto (almeno per il sottoscritto). Sensazioni positive in vista di Milano anche se il giorno dopo i muscoli gridano vendetta.

18 marzo 2010

E siccome ...

La primavera è alle porte ieri ho iniziato anche a correre all’alba prima di andare al lavoro. Sveglia "umana", alias Emma che strilla per la fame, alle 5.30 e via per il solito giro da otto nella zona industriale. Oggi, invece, lunch time con ripetute al Sempione, che domenica è giorno di gara. 3x2000 sotto i 4e30, compito svolto con successo. La stanchezza del periodo si sente, ma ho finito in buona spinta. Ora serve decidere come interpretare la gara di domenica: in progressione come allenamento maratona o a ritmo vivace fin dall’inizio in cerca di un buon tempo?

16 marzo 2010

Eppoituttoduntratto...

ti accorgi che le maniche lunghe sono di troppo e che i fuseaux potevi sostituirli con i pantaloncini corti. Quest'oggi al Parco Sempione la temperatura era ideale per correre e alla fine dei 9 km fatti in doverosa progressione, come da tabella, mi sono fermato felice di questo improvviso cambio di stagione. Intanto per domenica a Vigevano è prevista pioggia.

14 marzo 2010

Lungo, anzi lunghissimo

Le IVV - Fiasp rappresentano l'occasione migliore per fare dei bei lunghi aproffittando dei ristori lungo il percorso e del ricco buffet lunch finale. Così è stato, almeno in parte, anche oggi in quel di Oleggio. In programma un lunghissimo di preparazione. Dovevano essere 32, ne sono usciti 34km in tre ore esatte, tra salite e discese abbastanza impegnative. La tapasciata in sè è sembrata senza infamia e senza lode, un po' lontana dagli standard delle IVV che si organizzano al di qua del Ticino. Tuttavia la temperatura gradevole e la voglia di primavera hanno fatto passare in secondo piano tutto il resto.

28 febbraio 2010

Giro del lago di Varese

La buone notizia è che oggi ho fatto un altro lungo, la brutta è che non è stato lungo abbastanza. Per questa domenica era in programma il giro del lago di Varese, con Alessandro e Rob, a cui aggiungere 4 km per arrivare a correre 32km. La partenza un po’ tirata alla fine ha pesato sulle gambe e così mi sono fermato a poco più di 29km. La nota positiva è che gli ultimi chilometri sono stati corsi più veloci di quanto mi aspettassi. Insomma mi sono concesso anch'io un lungo alla Tergat. Era la prima volta che facevo il giro del lago. Veramente bello, sebbene la pioggerellina e le nuvole basse non abbiano esaltato né l’allenamento del tapabada né il paesaggio lacustre.

24 febbraio 2010

Tempo Run

A tempo run is a continuous run with a buildup in the middle to near 10-K race pace. Notice I said "near" 10-K race pace. Ecco nell’allenamento meridiano di oggi al Parco Sempione ho tentato di fare ‘sta cosa qui: 40 minuti per 8,5 km, in mezzo 4 km a 4’25’’ al km (avendo bene in mente quel “near”). A me è sembrato di essere un po’ sopra la soglia della mia personale tempo run, ma il sole che iniziava a scaldare ed il lunghissimo di domenica scorsa forse hanno contribuito alla sensazione di impegno eccessivo che avevo addosso.

16 febbraio 2010

Oh Franco!

Franco, oh Franco, dove sei? Quando iniziai a correre durante la pausa pranzo al Parco Sempione, eravamo in due: il Tapabada ed il suddetto Franco. A distanza di 4 anni, anche in giornate come queste, pioggerellina gelata e freddo intenso, a correre lungo i sentieri del Parco siamo oramai in tanti. Oggi 3-ragazze-3 circuitavano intorno all’Arena, nel mio stesso giro. Di tutti questi podisti che a mezzogiorno respirano a pieni polmoni le polveri sottili di Milano mi sento un po’ responsabile. E tu Franco? ovunque tu sia, ti senti un po’ responsabile?
Per la cronaca oggi avevo previsto un lavoro di qualità, così mi sono messo a girare intorno all’Arena. Alla fine è uscito un 6x800 abbastanza soddisfacente in termini di tempi, un po’ meno per quanto riguarda lo sforzo profuso. Ma va bene così, che la maratona non è proprio dietro l’angolo.

7 febbraio 2010

I sentieri di S. Cristina

Trail, trail, fortissimamente trail. L’approccio con questa evoluzione della tapasciata genere IVV, tanto cara al Tapabada, è stato così positivo che, tornato a casa, sono andato subito a scaricare il calendario delle prossime manifestazioni trail. Oggi a S. Cristina, sobborgo di Borgo(manero), faceva freddo, molto freddo. Non che sia una novità in questa prima parte del 2010, ma la nevicata di venerdì scorso aveva reso le consuetudini podistiche domenicali del Tapabada ancora più complicate da svolgere (alzarsi alle 6.30, sfidare la temperatura al di sotto dello zero, affrontare nebbia e ghaiccio). Come me hanno fatto circa 500 podisti che si sono ritrovati armati di spirito trail, ed alcuni anche di (in)utili borracce e zainetti camel bag, in quel di Borgo. Il trail, dicevo, mi ha affascinato; per le difficoltà incontrate (neve misto fango, fango misto ghiaccio, ghiaccio misto sudore, ed ancora colline da scavalcare e torrenti da guadare), ma anche per il meraviglioso paesaggio che in certi tratti faceva da cornice a questa gara, con il Monte Rosa a sovrastare tutti gli altri monti in una giornata limpida e alla fine quasi calda. Certo la gara non poteva catalogarsi come era nell’intenzione mia e di Lamberto, emerito presidente del Team 3 esse, un LL preparatorio alle nostre prossime maratone, ma l’abbiamo affrontata come tale, rifiatando sulle salite, scegliendo i treni giusti (declinati al femminile) e soprattutto gustando la giornata podistica nel suo complesso. Tant’è che alla fine dei 29,880 km, percorsi in circa 3h11, comprese le pause, abbiamo tagliato il traguardo mano nella mano a sottolineare, non tanto l’impresa, quanto la validità dell’esperienza comune, sicuramente da ripetere.
PS: oggi indossavo due canotte, quella della nostra società e quella gialla del Team 3 esse

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