“Da dove venite?”, “Da Busto Arsizio!", “Busto Arsizio? Ah…”
Arrivare alla quarta edizione è un traguardo da festeggiare
per un trail. Al compleanno del Val Bregaglia Trail a Chiavenna siamo in 500,
quasi tutti dallo spiccato idioma locale, sparsi tra diverse distanze (43, 23 e
8 km). Cielo terso, aria limpida e fredda, cime innevate, sembra di essere a
fine settembre piuttosto che a maggio. Se ne accorgono soprattutto quelli che, come il tenutario di questo blog, hanno scelto l’half trail. Scaricati dai bus
appena al di là del confine elvetico, in quel di Bondo, aspettiamo lo start in vasta
zona d’ombra per oltre mezz’ora. Non ci fossero sopra di noi il Badile e il Cengalo
(do you know?) a scaldare i cuori, potremmo attendere la partenza qualche km
più giù nell’ufficietto del Loris Bernasconi che ci ha fermato alla dogana.
Poi arriva lo start. Un giro per prati svizzeri e subito si
sale per un sentiero a gradoni, meravigliosa opera umana. Saranno 300 metri
di dislivello, ma presi di petto fanno male. Ci si distrae a guardare le cime
che scorrono di fianco. Poi un'accelerata perché il sentiero spiana. Uno smile
al fotografo e inizia la discesa. Non finisce più. La caserma della guardia di
finanza saluta il ritorno in terra italiana. Ora è pianura e tocca veramente
correre. Accanto il fiume Mera, per lunghi tratti. Gruppi di tifosi applaudono
il tipo del posto che ci precede, duro correre con la crew che crede più di te
nelle tue capacità. Oltre la metà gara si sale a Savogno. Siamo alla fine delle
salite. Ora serve solo menare le gambe. Tanta discesa anche tosta. Si arriva
alle cascate dell’Acquafraggia in piena riserva. Mi stoppo con la scusa del
selfie, poi il socio mi traghetta fino al traguardo con il passo del
mezzofondista che c’è in lui.
Bella gara, ruspante, ma non troppo. Sarebbe da cimentarsi
sulla distanza più lunga per non privarsi troppo in fretta delle belle
sensazioni che dà l’ambiente in cui si svolge. Il valore aggiunto del trail è, infatti, il paesaggio tutto intorno (se la giornata è quella di oggi), ma anche
il piatto di pizzoccheri chiavennaschi del pasta party, a cui ambivo, per dirla
tutta, fin dal momento dell'iscrizione. Una giornata gustata ad un ritmo un po’ troppo
veloce per il tapascione che è in me.