Ci sono trail che se non esistessero dovrebbero inventarli. 520
iscritti, proclamava la speaker, la cui voce suadente era preda del vento. E dal
tappo formatosi al primo restringimento del percorso direi che c’erano tutti e cinquecento.
Il tempo, di un gelido splendente da pubblicità, ha aiutato un percorso bello
di suo, la “Busa”, le cui ondulazioni ricordano momenti facili e difficili,
salite impervie e declivi dolci, e viceversa. Un affascinante promemoria della
varietà della vita.
Da Torbole si parte al freddo e al gelo come neanche il
Bambino Gesù. Tutti rintanati nel bel centro surf fino al countdown. Poi via, a
correre veloci sul lungolago per i primi km. A Riva arriva il sole e la rampa
verso il bastione scalda i muscoli. Ancora su a salire verso Tenno per sentieri mai fatti. Dopo tanto cross le salite mi fanno male, ma al momento del
collasso ecco il Castello di Tenno e la lunga discesa verso Arco. Ulivi, ulivi, ulivi e poi un altro Castello. Siamo a metà e ci sarebbe tanto da correre (non
guardate me) tra il 15esimo e il ristoro di Bolognano che arriva al ventesimo.
Parte poi la salita verso il Monte Corno, dove il sole non arriva in questa
stagione. Mi passano in tanti, perché sinceramente non ne ho più. Mi tolgo dal
freddo del bosco solo scollinando, pronto per la picchiata verso Nago. L’ultima
salita è per arrivare al terzo castello di giornata. Da lì due km e poi la spiaggia
di Torbole ti accoglie con lo stesso vento con cui l’hai lasciata. Bello
davvero questo trail, tutto d’un fiato. .
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