Ti distrai un attimo e sono passati già sei anni dall’ultima
volta che ho corso questo Giro dei 5 paesi. Peccato, perché da queste
parti la provincia offre percorsi collinari, dove lo sguardo arriva ad
abbracciare gran parte della corona alpina, rendendo la marcia più distratta e,
dunque, meno asfissiante. La coda alle iscrizioni di oggi testimonia la qualità
di questa tapasciata, la cui unica pecca sta nell’assoluta assenza di sterrato.
Venti km di bitume in equilibrio tra fossati e auto sfreccianti si addicono più ad
amatori evoluti che a onesti tapascioni FIASP.
A livello personale i km sono passati in ottima
compagnia, senza l’assillo del cimento agonistico. Mi ero proposto unicamente di
restare in spinta anche sulle salitelle più impegnative (e ce n’erano a
sufficienza) e così è stato, almeno fino al diciassettesimo km. Poi ho alzato
bandiera bianca. Percorso decisamente muscolare, ma gestito bene. Lo dimostra
il fatto che, al risveglio del mattino dopo, il tratto letto-bagno non è
differito rispetto al solito, con doloretti da avvio assolutamente nella norma
per un SM50.
PS: al mio arrivo il ristoro finale prevedeva solo acqua e
arance. Poi è arrivato il the, ma di pane con marmellata e/o nutella, il
marchio distintivo delle IVV, neanche l’ombra. Sarà per la prossima.
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