Invorio, nell’Alto Vergante (ammesso che ce ne sia anche uno
basso). Ci passo spesso per salire al Mottarone e ho sempre pensato ad un posto
dove si potrebbe mettere su famiglia, crescere i bambini, frequentare la
parrocchia e magari essere seppellito.
Sicuramente un posto per correre trail:
intorno tante colline e sentieri da perdersi. Il Barro Trail&Fun, direbbero
i trailers radical chic, è rimasto uno dei pochi ancora ruspanti. Ci si cambia
nella sala dell’oratorio, le docce (calde) si trovano nello scantinato del
medesimo, lo striscione d’arrivo è quello tipico della Gamba d’Oro (do you know
what I mean?). L’unico a stonare è il gonfiabile della Salomon da cui si
transita in partenza, ma già sparito al mio arrivo (non che questo conti
molto).
“Tanto fango, tanto onore” recita un antico adagio della
tribù. E oggi almeno del primo non se n’è sentita la mancanza. Sentieri
trasformati in ruscelli e ruscelli trasformati in torrenti da guadare (per tre
volte). Così al termine dei venti km si incontravano volti soddisfatti di chi
aveva concluso un lavoro supplementare di propriocezione, schivando pietre scivolose e sabbie mobili, senza conseguenze tragiche per il prosieguo della
giornata festiva. Più soddisfatto ancora il tenutario del blog che dopo un mese
di stop e costose tecar è riuscito a mettere insieme un minimo sindacale di km
senza zoppicare.
Foto: Roberto Rizzi |
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