"At
some point during an ultramarathon, you are going to hurt, a lot."
E la frase di Jason Koop risulta ancora più
vera quando si deve affrontare il primo trail dell'anno. A Loano si celebra a fine
marzo la classicissima di inizio stagione (e non siamo qui a parlare della
Milano-Sanremo). 1100 trailer diluiti su varie distanze (14, 20, 45 e 60), a
godersi un weekend fatto di sole, professionalità organizzativa e sentieri che, partendo dalla spiaggia arrivano fino ai 1300 metri del Monte Carmo.
Ingredienti semplici, che hanno attirato alla decima edizione della Maremontana
anche i top trailer italiani.
Sfumato, giustappunto, un
selfie con il Dega, poi vincitore della 45K, durante le fasi di punzonatura (mi
sembrava scortese rubare un attimo di intimità ad un gigante, così di buon
mattino) il tenutario del blog ha potuto
sperimentare un'altra volta ancora che la comfort zone esiste solo per gli
altri. Non che sia andata peggio del previsto. La prima salita è stata lunga, ma
non troppo dura, poi tratti di su e giù anche tosti, e poi la seconda salita, questa sì lunga e dura, fino alla cima Coppi
della gara.
Momenti di meraviglia hanno accompagnato la giornata del tenutario di questo blog. Nell'osservare la
vegetazione mediterranea piena di profumi che si mischia con quella tipicamente montana. Meraviglia per quelle zampette ancora in perfetta spinta dei
primi trailers della 60K che mi sverniciavano dopo tante ore di gara. E meraviglia per
quella corsetta a ritmo blando che ancora caratterizzava la corsa del
sottoscritto negli ultimi 15 chilometri. Poi il caldo dell'ora di pranzo, alcune salite
messe a tradimento per scongiurare l'arrivo del Tapabada entro le 8 ore di gara e gli
ultimi 500 metri sulla sabbia, scansando famigliole stese a rosolare, hanno tolto
la vena romantica che aveva caratterizzato l'esperienza domenicale fino ad
allora.
Nulla di insopportabile, si
intende.
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