“Beh papà non c’è male come prima corsa da 50enne! Fermato
all’unico cancello orario...” “Cosa c’entra? L’anno scorso il cancello orario
era nello stesso punto, ma a 5 ore. Ci sarei passato anche quest’anno. Un’ora in
meno fa la differenza, soprattutto alla mia età!”
E sono tre! Mi ostino ad iniziare la stagione agonistica con la
gara di Ornavasso, ben sapendo che soffrirò dal primo all’ultimo metro dei 34
km previsti (soprattutto con il caldo di questo aprile). Il solito masochismo
che accompagna noi trailer di metà gruppo in giù, ma l’Orna Trail offre la distanza
giusta per la stagione in vista di impegni più probanti, un dislivello importante,
senza dover stare in giro tutto il giorno, salite e discese per tutti i gusti.
Dal punto di vista agonistico le sensazioni erano buone fino al
momento della partenza, quando gli amici mi hanno avvertito che quest’anno il
cancello orario dei 25km era stato fissato a 4 ore. Si è insinuato così un
presentimento che non mi ha mollato fino a quando il cancello orario è arrivato
ed è arrivato anche il severo attendente a togliermi il pettorale. La delusione
per il mancato traguardo non mi ha però impedito di completare il percorso. Per
i successivi 8 km il mantra sono un
trailer e il pettorale è un optional non sempre ha evitato che un’andatura
da “cittadino in montagna” si insinuasse nella mia tabella di marcia. Tra scorci paesaggistici da
ammirare a cuor sereno e quattro chiacchiere con i pochi malati di mente che predicavano
lo stesso mantra si è comunque arrivati a destinazione anche questa volta. Ad onore del vero il traguardo l’ho
evitato, per una semplice questione di politically
correct, visto che me ne stavo andando a zonzo senza pettorale. Prima però del mesto ritorno all’auto il pit stop alla spillatrice ci è servito per lasciare nel bicchiere vuoto le riflessioni su decadimento delle prestazioni,
mancanza di allenamenti e varie ed eventuali che potevano solo offuscare la
bellezza del luogo e del momento in sé.
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