“C’è qualcosa di salato a questo ristoro? Ho ancora la bocca
che sa di dolce”. “Oh, ma dove credi di essere? Al Chef Express? Dolce o salato
signore?”
A Forno Canavese non ci passi, devi proprio andarci, perchè
la strada finisce in paese. Oltre non si va. E dando una rapida occhiata intorno
diresti che qui si viene per il mulino olandese (il signore che mi ha servito
il caffè prima di partire giura che sia l'unico esemplare esistente in Italia)
o per il trail del Monte Soglio. Manifestazione rodata, una decana delle
classiche se parlassimo di ciclismo: organizzazione perfetta, tanti volontari
sul percorso, birra a fiumi (dopo, ma soprattutto durante) e pacco gara per
palati esigenti (non solo polenta e bozza di vino con etichetta personalizzata,
ma anche una maglietta tecnica non troppo invadente in fatto di partner sopra
stampati).
Il Gir Curt,
scelto dal tenutario di questo blog, è abbastanza semplice nel suo sviluppo: 18
km in su e gli altri quasi tutti in discesa, tranne qualche risalita prima dei
km finali. Nel mezzo piccoli dettagli, che emergono e poi scompaiono nella
complessità della nostra esistenza. Tipo la tenuta di testa nei momenti di
difficoltà. Quando verrebbe voglia di mollare e invece si tiene duro e si
continua ad avanzare nonostante fatica e voci che ronzano nella capa. Insomma un
percorso a tratti educativo di oltre 6 ore e 36 km per affrontare situazioni più probanti
che la vita di sicuro ci riserverà.
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