Amo la corsa. A
modo mio. Ancora adesso gli amici mi chiedono dell’ultima maratona o della
prossima mezza. Io a ripetere che ho mollato il colpo. Ora mi dedico al trail,
alla corsa in montagna. Gli amici restano sempre perplessi. Forse per i termini
che uso, forse per gli abbinamenti che fanno. Leggo il titolo del mio blog. Non
mi sento né runner e nemmeno tapascione. Semmai mi sento “der Wanderer” o come si
traduce in italiano. Certo, mi alzo ancora quasi tutte le mattine a correre:
progressivo, lento svelto, anche qualche intervallato. Ripetute no grazie.
L’unica prestazione che mi interessa è abbattere i 33’ nel salire alla
chiesetta di S. Barbara. Per tastare la mia condizione, per alzare l’asticella,
per gioco. L’obiettivo vero è correre senza il Garmin che mi detta il tempo, in sintonia con lo
spettacolo della natura che mi circonda. Difficile per chi di mestiere
raccoglie e osserva fenomeni statistici tutti i giorni. Però…
Oggi sono ispirato dalla
curiosità, esplorare i propri limiti e l’ambiente in cui mi trovo. Quando
percorro le tracce del Motty per un sentiero tanto noto ai più quanto sconosciuto
al sottoscritto. Quando con le girls arriviamo al castello per un percorso
tutto da scoprire ai nostri occhi, che svela la "busa" nella sua totalità.

Ora mi siedo nell’erba alta a riprendere fiato,
a trasformare una strada senza uscita in un sentiero pieno di ricordi.