29 aprile 2013

28 aprile - Tour della Bessa trail

Ovvero di quella volta che ho sbagliato direzione a 100 metri dall'arrivo e ho tagliato il traguardo dalla parte opposta a quella giusta, ma tanto era un trail e senza chip.

Il mio guru della rete avverte che "... alla fine, della corsa si può dire tanto, e se ne dice, ma, tolti tutti gli extra, alla base c'è la sopportazione del disagio, del dolore, della fatica". Ecco mai come oggi ho fatto di questo semplice ma utile ammonimento il mio mantra (soprattutto quando dall'undicesimo km in poi non ne avevo più e anche la minima asperità pareva l'Everest).
Alla Bessa ci arrivo per correre il primo trail di stagione più che per rincorrere la leggenda della statuetta d'oro a forma di cavallo. I volti sono quelli già visti nelle altre apparizioni del Tapabada sui sentieri di questa provincia ai confini dell'impero. Aria paesana e di primo appuntamento primaverile, imperdibile per gli amanti locali del genere. Saremo in meno di duecento, ma alla partenza mi sento già di troppo.
La gara si snoda in una prima parte di saliscendi fangosi, poi 6 km da fare a manetta su ampio e noioso sterrato. All'undicesimo c'è il giro di boa ed il ritorno per sentiero costellato da sassi, sporgenti ed infiniti, verso Zubiena. Una vera manna per i miei propriocettori che oggi avrebbero richiesto maggiore rispetto. Con il giro di boa se ne va anche tutta la riserva di glicogeno e le recenti vicissitudini personali peggiorano il già precario stato di forma. Quelli che avevo superato sul piano mi sverniciano sussurrando parole di incoraggiamento in vero stile trailer. E nella crisi più nera, seguendo coloro che mi precedevano, manco la deviazione a 100 metri dal traguardo e piombo alle spalle di speaker e fotografo di turno. In un periodo in cui si fa spallucce a 60 giorni di interregno politico i venti minuti di penalità annunciati, causa errore di percorso, mi vengono condonati. Trailer si nasce!
 
Nel veloce ritorno a Tapasciopoli misuro ciò che rimane di una giornata storta. Così fatica e dolore per correre questi 18km mi sono sufficienti per ricordare a me stesso che "ci si dovrebbe allenare con l’idea di prepararsi ad una giornata difficile, non alla migliore della propria vita".

8 aprile 2013

7 aprile - 31^ Stravarese

Una rapida scorsa all'archivio mi ricorda di non avere mai partecipato a questa IVV. E siccome questa mia fase podistica invita alla scoperta del territorio (corri con gli occhi e non con i paraocchi) scelgo questa tapasciata con partenza dall'Ippodromo della Città giardino per santificare la domenica dei maratoneti.

I percorsi sono tre, ed io scelgo il più lungo che penso portare verso l'Osservatorio di Campo dei Fiori, ma che ahimè fa dietrofront alle Tre Croci. Nuvole basse non consentono di gustare appieno la meraviglia attorno, ma il percorso (sebbene quasi tutto su  bitume) risulta vario agli occhi di chi, come me, lo affronta per la prima volta. Alcune salite fatte a buon passo (una sola però su sterrato), mi invitano a guardare i prossimi mesi dedicati al verticale con minore ansia. Gli ultimi km, invece, corsi con la parte veloce del direttivo sanmarco ad andature per me "keniane" inducono ad altre triste considerazioni: sul mio passato da mezzofondista, sulle ripetute e altri concetti tipo "costruzione della velocità", che vedo allontanarsi sempre più dal mio essere podista adesso.

Il ritorno a Tapasciopoli in piacevole compagnia, e soprattutto consapevole dei luoghi attraversati, mi consente di deviare per strade laterali senza avere il solito timore di perdita dei punti cardinali. Insomma una mattina che ti fa dire di aver fatto una buona esperienza, visiva e fisica.

1 aprile 2013

Di quella Pasquetta in cui...

sono andato ad Olgiate Comasco per correre una tapasciata di 35 km e arrivato in loco sono tornato indietro perchè accortomi di aver dimenticato a casa le scarpe per correre.

Così ho fatto dietrofront, mentre altre auto sopraggiungevano e non capivano la retromarcia decisa e già i primi tapascioni erano in marcia per questa IVV che tanto mi era piaciuta l'anno scorso. E' stata un'esperienza particolare. Voglio dire alzarmi alle 6.30, prendere la mia sacca, perdermi con il gps dopo Tradate, as usual, e avere un flash mentre un tapascione allacciava le proprie lasportivaraptor. All'inizio ho pensato che mi ero proprio fatto un bel pesce d'aprile. Poi mi sono gustato la musica a bordo ed il panorama nei circa 40 minuti di auto per tornare a Tapasciopoli. Colline piene di boschi e monti poco avanti, con il sole a far capolino dietro le nuvole basse ed il vento sostenuto. Se ci fosse stato il Missouri, lì a scorrere accanto alla strada, mi sarei ritrovato nei dintorni di Great Falls, dove il Montana arriva fino in Canada. Così ho riflettuto sulle responsabilità che le decisioni prese comportano, sul fatto che siamo noi a decidere il nostro destino, e anche a quanto è successo una settimana fa sui monti liguri.

PS: poi sono arrivato a casa, ho preso le scarpe e ho puntato il muso verso il Ticino, che poi è come fosse il mio Missouri e per non perdere la giornata ho fatto un po' di questo e di quello.

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