28 aprile 2010

4107

Stamattina a scendere le scale il ginocchio fa meno male (forse crede anche lui nella remontada blaugrana di stasera). Il clima è fresco e tento di spingere un po' di più, dopo le ultime uscite very soft, post-donazione. Provo una serie da quattro di 1 km CL + 1 km CV. Il primo km veloce è un pianto, ma non mollo. Così l'ultimo scendo verso i 4' al km. Il ginocchio riprende a far male, ma ormai l'allenamento è terminato. Intanto è arrivato il bib number per Firenze: 4107, una nuova avventura ...

21 aprile 2010

Entusiasmo contagioso

Questo entusiasmo dei cugini nerazzurri è contagioso. All’alba percepisco che fuori la primavera avanza e non voglio mancare all’appuntamento. Complice una notte di riposo, con le pupe ancora a dormire, esco di casa alle 6 per il classico loop mattutino in zona industriale e ritorno. Il ginocchio sembra scricchiolare, ma solo fino al quarto km, poi si riscalda e la velocità può aumentare. Così parto piano, ma poi faccio sul serio. Termino gli otto km con un bel progressivo sui 4’ al km. Le gambe tornano a girare se motivate dal pensiero. C’è da decidere in fretta per Firenze che da fine mese il prezzo dei nostri sogni aumenta.

18 aprile 2010

Ripresa

Cressa, Daverio, Monvalle. Poi stamattina mi sono svegliato tardi e ho fatto il mio solito giro, zona industriale. Non un granchè per una domenica bigia. Per correre il lipidico questa mattina ho rispolverato anche il cardio. L'avessi avuto con me anche domenica scorsa forse sarebbe andata diversamente. 11 km a meno di 130 bpm, tanto per riprendere e cercare di capire cosa non va al ginocchio dx.

16 aprile 2010

Calderoli

Pausa pranzo al chioschetto dei panini di fronte al Castello, seduto su una panchina a guardare le scolaresche riprendere i pulman ed i podisti che girano intorno al parco. Mangio il mio calderoli very good (crudo, scamorza e melanzane sott'olio) e mi domando se lo striscione d'arrivo domenica scorsa era proprio qui davanti al chioschetto o dieci metri più in là. Chissà se la settimana prossima sarà ancora abbastanza fresco per qualche ripetuta di mezzodì?

12 aprile 2010

TS (podistico)

“Amo Milano perché mi ha fatto conoscere il mondo fin da bambino" raccontava lo scrittore-giornalista che tanto manca a tutti noi. Così iI Tapabada ama la Milanocitymarathon (voto 6), perché gli ha fatto conoscere la maratona fin da neofita della corsa. Allora, era il 2005, fu il battesimo del tapascione sulla distanza. 5 anni dopo eccomi qui in una fredda e ventosa mattina di aprile in una landa desolata che si chiama Rho-fiera, al ritorno in una maratona, dopo un anno e mezzo di appuntamenti mancati. Rispetto a cinque anni fa molta nebbia e molti clacson in meno. Percorso non disprezzabile (voto 6,5), anche se non il più veloce al mondo come cercava di convincerci gridandolo nelle nostre orecchie lo speaker alla partenza. Ovviamente poca gente sulle strade ad applaudire, ma il tapabada, abituato alle cavalcate solitarie e mattutine, non cercava certo applausi nella Milano dei non-milanesi (voto 4). La misera cronaca di questo tentato suicidio (podistico). Partito in compagnia dell’altro sanmarchino M., per buona educazione mi sono adeguato al passo del collega, pensando di farci raggiungere presto dai palloncini delle 3h30. Così ho corso senza troppe apprensioni per la prima metà gara ad un ritmo intorno ai 4’50-55", un po' più basso di quello previsto dalla mia roadmap. I pacers ci raggiungevano al 20esimo e subito comprendevo che la loro andatura era più veloce dei 5'/km. Eppure, confidando nell’errore del mio gps o in chissà quali capacità “extramatoriali”, continuavo imperterrito a stare attacato ai palloncini, dritto all’appuntamento con il suicidio. Al 30esimo km, superato in 3h28’, ero ancora abbastanza lucido da capire che avrei potuto rallentare e fare la mia gara senza affanno. Ma niente, le gambe giravano, il cuore era in festa e la testa … senza ossigeno. Così arrivò il 35esimo km e alla sesta maratona il tapabada sperimentò fantozzianamente quello che tutti chiamano il “muro dei 35”. Salivazione azzerata, problemi psicomotori evidenti, difficoltà di pensare a qualcosa di diverso del “mi fermo qui”, “questa è l’ultima maratona che faccio, lo prometto”. Prima fermata al 36esimo, e tra il 40 ed il 41esimo una lunga camminata a sperimentare quanto sia effettivamente lungo Corso Sempione se non si viaggia sul pulman della Stie. Mi faccio coraggio in vista del km finale e riprendo a correre (possibile? forse me lo sono sognato), persino con una certa spinta, tanto per non dare la sensazione di essere più di là che di qui ai (pochi) spettatori presenti sul rush finale. Chiudo il tentato suicidio in 3h31’05’’ che poi, a pensarci bene, è la seconda prestazione sulla distanza. Insomma tagliato il traguardo, ancora con la medaglia fumante al collo (voto 6), il Tapabada già pensava a quale sarebbe stata la sua settima maratona.

8 aprile 2010

Compito in classe

Quello che è fatto è fatto! Appoggio la penna sul banco, prendo il foglio protocollo, mi dirigo verso la cattedra per consegnare il compito, raccolgo le mie cose ed esco. Ansia, timore, ma anche voglia di uscire all’aperto, tornare a respirare senza affanno l’aria di primavera. Oggi ultimo allenamento intorno al Parco prima di domenica. Sono passato di fronte al Marathon Village, sprintando negli ultimi 200 metri, magari non riuscissi a farlo fra tre giorni. Poi sono rientrato in villa, ho spento il gps, ho riposto le mizuno nell’armadietto e sono tornato a respirare senza affanno. Quello che è fatto è fatto!

7 aprile 2010

Ispirazione

Veloce resoconto degli ultimi allenamenti. W-e al lago con CL sabato e RG domenica (15 km a 5 min/km). Ripresa martedi senza crono con ritmo sostenuto e oggi poca voglia al parco dopo notte mezza insonne causa pargola. Guardo le tabelle di avvicinamento alle altre maratone e mi sembra che nelle precedenti abbia fatto meglio e di più nelle ultime settimane. Comunque la media è di circa 43 km nelle ultime 12 settimane, non male visti i tempi. Domani ultimi 50’. I numeri hanno grande importanza per chi si prepara a questa corsa, ma occorre soprattutto l’ispirazione. Questa mattina andando in ufficio ho incrociato un arzillo (neanche tanto) vecchietto intento a corricchiare: tuta di maglina, scarpe da running un po’ datate, marsupio scolorito in vita. Mi sembrava un tipo ispirato, niente tabelle, ma solo voglia di correre.

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