Resoconto un po' palloso e in overtime. Più che altro per tenerne traccia.
PS: in futuro ricordarsi di non iniziare la stagione con questo trail. 2 volte su 2 la mia presenza è da paragonare a quella di Montolivo su un campo da calcio
C’erano
due buone ragioni per starsene a casa oggi: 1. dedicarsi alle commissioni del
sabato, tenendo fede ai propri impegni famigliari; 2. non prendere l’ennesima
paga dal Pres (mettetele voi in ordini di importanza). Invece oggi sono stato
adottato dal gruppo dei Trailers di notte ed in una giornata pseudo-autunnale ho
risalito il fiume Toce fino ad Ornavasso - quale posto migliore per festeggiare
con anticipo la Liberazione se non nei territori della Repubblica dell’Ossola?
I 34 km del percorso lungo tracciano un largo 8 sui monti sopra Ornavasso. Tornanti in tutte
le salse (asfalto: sempre troppo, ciottolato: quello della Linea Cadorna, fango: frutto della pioggia mattutina). Il tracciato era di quelli che
giornalisti capaci, ma un po’ pigri definirebbero nervoso. Io meno prosaicamente
lo classificherei un calvario, o meglio una via crucis, come quella effettivamente
percorsa nell’ultima ennesima salita.
Il Tapabada era partito con l’unico
obiettivo di non farsi del male (intendo morale più che fisico, essendo quest'ultimo da includere già all'atto dell'iscrizione). Ma ben presto il
secondo ha preso largamente il sopravvento. La vis pugnandi si è spenta lentamente, ma inesorabilmente, in percentuali direttamente proporzionali al numero di
salite affrontate (me ne ricordo tre degne di nota, lunghe e assassine). I
titoli di coda mi hanno visto sfilare a 100 metri dal traguardo davanti ad un
Pres già rifocillato e pronto per la doccia. Di scarso effetto sul mio morale è
stata la vincita della lotteria finale: una partecipazione gratuita a due gare future (se lo stato di
forma sarà questo al momento di gareggiare meglio farne oggetto di donazione).