29 ottobre 2010

Visti al parco - 2

Molti bambini e personaggi famosi questo mezzogiorno al Parco. Godo l'ultimo sole tiepido prima del diluvio che si abbatterà sul popolo dei tapascioni nel week-end e mi domando se sarà necessario dotarmi di catene da neve domenica per arrivare al Casto. Mentre sfoglio la margherita incontro, nell'ordine, un sindaco-runner con giubbotto sponsorizzante la sua e mia prossima maratona (ma sarà veramente lui? io l'ho salutato non si sa mai) ed il sosia italiano dell'ultrarunner Jesus-style (stessa barba stessi capelli ma un po' meno discinto). In tutta questa girandola di emozioni corro il mio "cazzeggio trail" del venerdì (10K a 4'48'') senza forzare che la salita domenica sarà lunga e scivolosa.

26 ottobre 2010

Go, Pre!

Il mio nuovo assistant coach suggerisce ripetute e così sia. Torno a farle dopo un po’ di tempo. A dire il vero senza troppa convinzione, ma le letture di questo periodo solleticano la mia scarsa voglia di velocità. Arrivo davanti all’Arena, che ha visto correre Pre nel lontano ’74. Non ho il mio popolo a scandire “Go, Tapabada”, come aveva lui ad Eugene, mentre si esibiva sulla pista dell’Hayward Field, ma tanto basta. Questo è il mio Hayward Field e son già carico a mille!

L’idea è una serie da 4x1k, poi strada facendo decido di aggiungere un’altra ripetuta. Mi concentro sulla meccanica di corsa senza guardare il crono, che di questi tempi è meglio non fare gli schizzinosi e prendere ciò che viene. E viene una serie da 4’13’’, 4’04’’, 4’07’’, 4’08’’ e 4’12’’ (con scarpa slacciata). Non bene come a fine settembre, ma ci ho dato dentro, come avrebbe fatto lui.

“Non vado in pista necessariamente per vincere. Quello che mi interessa è capire, vedere chi ha più fegato in gara” (S. Prefontaine)



25 ottobre 2010

Visti alla tv

Settimana fiacca nel fisico e nei km. Tutti concentrati sul finire della settimana in attesa che il dolore rientri alla base. Conclusione domenica con 20 km. Voleva essere un medio, ma è stato abbastanza correre a ritmo gara. Poi sul divano a cercare l'ispirazione guardando la maratona di Venezia.
G: "Papà, quelli corrono forte come te?". T: "No tesoro, quelli corrono moltooo più forte di me".
G: "Perché non sei lì anche tu?". T: "Noi andiamo a Firenze per un'altra maratona". 
G: "E' lontana Firenze, papà?". T: "Non troppo". G: "Allora si vede dalla finestra?"



18 ottobre 2010

17 ottobre - Trail del Lago d'Orta

Non so quali fossero fino ad oggi i motivi per visitare Pogno. Di sicuro adesso si aggiunge un’altra ragione per venire da queste parti: correre il Trail del Lago d’Orta, che parte da questo Paese alle porte di Borgomanero e ad un passo dal lago d’Orta. Per questa prima edizione siamo circa in 250 spalmati tra lunga 36 km (in realtà un po’ di meno) e corta 21 (in realtà un po’ di più). Tra di noi anche il trailer più fotografato al mondo (Giovanni di Aldo, Giovanni e Giacomo) ed una campionessa della specialità (Cecilia Mora). Oggi il Tapabada si presenta con una formazione mista (due sanmarchini, Tapabada e “ultramarathonman” Alessandro, e due del Team 3 Esse, il Pres e Alessandro 2). 
Sbrighiamo velocemente le formalità nel Pala Wojtyla. Abbiamo il tempo di gustarci un caffè, di partecipare alla messa (ci sono occasioni in cui una raccomandazione non fa mai male), mentre i miei compagni si fanno fotografare con il suddetto Giovanni, e di sfogliare la margherita su cosa indossare e portare durante i 36 km (riflessioni che si addicono ai neofiti del genere come noi). Nei trail la partenza è come sempre priva di ogni dispendiosa autocelebrazione tipica delle megamaratone (“su le mani, facciamoci sentire, siamo in tanti, ecc. ecc.): un via dato quasi sottovoce e si parte. Subito la salita, prima a ranghi serrati e poi in ordine sparso. Con Alessandro facciamo il nostro ritmo (ancora a passo di corsa). Dopo il sesto km arriva un tratto per tirare il fiato. Primo ristoro con le signore ad augurarci buona camminata (come facevano a saperlo? si riconosce da lontano il passo del tapascio?) e poi su a toccare il tetto della corsa a 950 metri di altezza, immersi nella nebbia e affaticati dalla pendenza che inizia a farsi sentire. Da qui è una lunga discesa fino al 15esimo km, su sentieri risparmiati dalla pioggia, ma non dal fango che crea non pochi problemi. Ne fa le spese anche il mio compare, giù e subito su come una molla, bravo Ale! Terza asperità di giornata che ci porta ai 720 del Santuario della Madonna del Sasso. 

Qui la salita non è corribile, il Tapacapra mette la ridotta e risale alcune posizioni. Arrivo al Santuario, qualche foto al paesaggio e ristoro, poi ancora salita, l’ultima davvero importante della giornata: è corta, ma mi toglie le ultime forze. Ed anche la lucidità di scorgere la retta via: nel successivo paese di Boleto perdo le segnalazioni e mi ritrovo probabilmente perso, anzi sicuramente perso, insieme ad un altro trailer in mezzo ai boschi. Torniamo sui nostri passi con 5 minuti tondi tondi da recuperare. Nei saliscendi successivi ciò che guadagno in salita cedo nei tratti di discesa a chi va giù con meno timore del Tapapelledorso. Ora lo sterrato lascia il posto all’asfalto. Recupero Alessandro ed insieme arriviamo a Pella. 
Qualche foto nel grigiore totale e poi via sul lungolago. Ormai siamo quasi al 30esimo km, e quando lasciamo lo specchio lacustre per riprendere a salire verso Pogno la spia è sul rosso. 
Nei paesini che attraverso in compagnia di una coppia Lui&Lei con sgargiante maglietta arancione chiedo alla gente del posto quanto manca e immancabilmente: “A Pogno? saranno tre chilometri”. E che cacchio un po’ di precisione! L’ultima salita è un calvario. Siamo ad oltre 4 ore di corsa (prima volta in vita mia! sogno o son desto?). Lui&Lei mi lasciano sul posto e se ne vanno come se avessero fiutato profumo di polenta. Questa volta, però, dopo lo scollinamento il sentiero butta verso Pogno (almeno lo spero!). Percorro le strade deserte all’ora di pranzo di una domenica tardo-autunnale. Nessuno ad aspettarmi dopo 4h13’59’’, 34,5 km e un D+ di 1500 metri, ma ugualmente felice. Trail da promuovere sia come percorso che come organizzazione (apprezzata soprattutto la bozza di menabrea nel pacco gara), docce calde e ristoro finale degno del nome. Tutto senza essere inaffiati dalla pioggia. PS E Giovanni era ancora lì a farsi fotografare insieme ai suoi fans.

15 ottobre 2010

Iscritto e bagnato


Il tenutario di questo blog domenica correrà qui insieme a personaggi famosi, trailer della prima e dell'ultima ora. Tutti accomunati dall'acqua che scenderà, lavando le nostre colpe di tapascioni che si divertono a correre in mezzo al fango. Ieri 10x400 intorno all'Arena per far girare il motore a ritmi sostenuti. Sotto i 4' per buona parte della serie. Confortante e leggero.

12 ottobre 2010

Visti al parco

Sbuco dalla curva al mio passo da allenamento rigenerante e me la trovo di fianco, tacco basso ma comunque invalidante per la corsa, gonna lunga quanto basta per rendere difficile l’allungo. Mi supera leggera e prima che riesca a tentare un recupero sale al volo sull’ultimo gradino del 30. Poi il bus chiude le porte e se ne va. Resto lì a pensare come l’ambiente esterno condizioni l’attitudine alla corsa di questo popolo di runners che siamo noi milanesi. Per la cronaca quasi 9 km in 42’ tra le foglie che cadono ed i pensieri che frullano.

11 ottobre 2010

10 ottobre - Cross country dei 7 campanili

Il senso profondo del tempo e dei km spesi ad allenarsi è anche questo: fare una gara tirata e averne ancora per andare via in progressione negli ultimi chilometri. E’ quello che è successo oggi al Tapabada in occasione del Cross country dei 7 campanili, gara del circuito varesino del Piede d’Oro  che si tiene in quel di Cavaria e le cui origini risalgono addirittura al 1914. La 7 campanili rappresenta la sintesi delle gare del Piede d’oro: salite, discese, asfalto e sterrato. Tutto condensato in 16 km e reso ancora più duro dalle due scalinate che si trovano nella prima parte del percorso. Gara bella e muscolare, apprezzata dal popolo tapascione: oggi siamo in 1300, annuncia lo speaker (ma veramente così tanti?). Allo sparo con Alessandro e Alessio cerchiamo di non farci trovare impreparati per non perdere, quei “20 metri che poi è difficile riprendere” (a chi?) sulla prima scalinata, quella di S. Stefano. Dopo la seconda scalinata, a Orago, perdo i compagni di viaggio. L'intento è di continuare a spingere anche sui drittoni in leggera salita. Dopo l’ottavo km si entra nel bosco e ne approfitto per tirare il fiato. L’esperienza insegna al Tapabada che alla fine dello sterrato la 7 campanili presenta il conto: il lungo falsopiano che riporta a Cavaria con i suoi due strappi secchi fa selezione. Corro con buona efficienza sul falso piano e riesco a superare alcuni atleti sugli strappi finali. Mi presento al passaggio nella piazza del paese ancora in buona spinta. L’accelerazione finale non mi evita di essere superato da un sanmarchino in rimonta, ma taglio il traguardo soddisfatto del mio PB in questa corsa: 1h09’ per 15,5 km (4’29’’/km). Voto alto alla corsa e al suo pacco gara (tanta sostanza a costo basso) e per il Tapabada un altro mattoncino sulla strada per Firenze.

8 ottobre 2010

Corri e f ...

Il mio pensiero va a tutti i tapascioni che hanno l'ufficio vicino alla montagnetta di S. Siro

6 ottobre 2010

On the road

Biella andata e ritorno. Prima pioggia e poi sole. Speriamo in un meteo migliore a fine ottobre, quando torneremo per la festa. La nebbia che ristagna sui prati a livello caviglia nel tramonto autunnale ispira il Tapabada. Prima di rientrare a casa parcheggio davanti al PAM, mi cambio e sguazzo nelle pozzanghere per 10 km. Prima in affanno, poi in sintonia con l'ambiente, mentre il buio avvolge ogni cosa. CLS che diventa CM negli ultimi km, chè oggi salta l'allenamento di mezzodì: ho i russi in villa.

4 ottobre 2010

Lungo con fatica

Chiudo la settimana guardando i km percorsi a settembre e le uscite totalizzate: 190 x 15. Una media da tapascione non c’è che dire! Per terminare alla grande la settimana ed iniziare ottobre con slancio ci sarebbe il LL programmato lungo il Naviglio. Restano in agenda i km finali, che la benzina è finita prima. Le ripetute di giovedi si sentono, ma l’importante era stare sulle gambe tre ore, schivando la pioggia. Obiettivo raggiunto.

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