Ovvero di quella volta che al ristoro si è rischiato di trovare la zampetta di gallina nel brodo (smoking chicken).
A
Cimbro per la 39^ camminata di San Martino manca solo l’estate (quella di San Martino
of course). Per il resto il trail è in mezzo a noi: fango, ambiente ruspante, salite in natura. Del trail la Fiasp ci ha il brevetto,
depositato minimo vent’anni fa, e noi a fatica ce ne accorgiamo.
Lascio
Tapasciopoli nel giorno del suo giubileo podistico, per provare a tornare a correre,
per scrollare tutta la ruggine di dosso. Accendo la radio e l’auto viaggia,
compagna fedele, verso la provincia, come una volta. A Cimbro ci arrivo
nonostante le mille deviazioni imposte dal gps ignorante, giusto in tempo per
fare la coda al tavolo iscrizioni. Cielo e meteo avrebbero potuto
consigliare più tranquille passeggiate sotto casa, invece il numero di tapascioni presenti
appare subito di buona consistenza, come dimostrano i primi km fatti quasi al
passo. Poco male. Oggi le sciure, in maggior parte da classificare camminatrici
del Gurone, per l’occasione attrezzate d’ombrello, dissertano sulla pasta
alla carbonara (forse memori dello spot pubblicitario che va per la maggiore in
questi tempi). Guanciale si, guanciale no, la tapasciata si mostra subito per
come me l’aspettavo: muscolare. Un po’ per il fango e un po’ per il terreno
collinare che circonda la frazione di Vergiate. Lo strappo posto sul percorso lungo, dopo la
deviazione della dieci km, dà la misura di quanto ancora occorra al Tapabada per
tornare a correre in maniera accettabile. Con quanto a mia disposizione, senza tristi
pensieri, riesco però ad esplorare tutti i 17 km del percorso lungo e mettercene qualche
altro. Giusto per dare consistenza agli ultimi giorni trascorsi in braghette
corte e scarpe da running.
In
mezzo a tanti trail e minitrail che spuntano come funghi a prezzi non sempre
modici, qui a Cimbro si organizza una tapasciata con gli ingredienti necessari
per correre in natura a prezzo contenuto. E a proposito di ingredienti è da provare il
brodo al ristoro del decimo km. La gallina, mi assicurano, è stata ammazzata il
giorno prima e la riffa che viene organizzata sul momento al ristoro premia chi ne trova la
zampetta ancora fumante nel brodo.
Nessun commento:
Posta un commento