Ok. Mi giro un attimo e sono già passati
40giorni40 dall’ultima gara, anzi dalla GARA. Straf, straf, straf …
Ad Omegna sono di casa, ed infatti
parcheggio nel luogo da dove parto per le divagazioni sul Mottarone. Non è troppo vicino alla partenza, ma serve a infondere un'immotivata fiducia pre-gara.
Sul mio personalissimo taccuino devo tornare indietro un po’ per trovare traccia di un Trail del Lago d’Orta. Eravamo giovani ed era la prima edizione (2010 e 36km di sviluppo). Si partiva da Pogno, terra di fungiatt, e il giro mi era veramente piaciuto. Fedele alla tradizione che mi vede tornare sul luogo del delitto solamente dopo qualche anno dalla prima edizione per tastare i progressi dell’organizzazione e i regressi del Tapabada mi ritrovo sul giro corto (30km) di questa UTLO insieme ad altri duecento matti (ma ci sono altri, ben più matti, a correre sulle più lunghe distanze che la gara propone), tra rovesci d’acqua e nuvole basse che ci accompagneranno fino alla fine.
Sul mio personalissimo taccuino devo tornare indietro un po’ per trovare traccia di un Trail del Lago d’Orta. Eravamo giovani ed era la prima edizione (2010 e 36km di sviluppo). Si partiva da Pogno, terra di fungiatt, e il giro mi era veramente piaciuto. Fedele alla tradizione che mi vede tornare sul luogo del delitto solamente dopo qualche anno dalla prima edizione per tastare i progressi dell’organizzazione e i regressi del Tapabada mi ritrovo sul giro corto (30km) di questa UTLO insieme ad altri duecento matti (ma ci sono altri, ben più matti, a correre sulle più lunghe distanze che la gara propone), tra rovesci d’acqua e nuvole basse che ci accompagneranno fino alla fine.
Il percorso è quello che piace a me. Fatica verticale
nella prima parte, con le salite al Mazzoccone e al Monte Croce, e una graduale planata
verso il lago e Omegna nella seconda parte. Tanto per verificare la superiorità di quelli che corrono (tutti tranne me) rispetto a quelli che arrancano (il sottoscritto appunto). Ovviamente nel mezzo c’è tutto quello
che serve a rendere questa UTLO un trail di prima categoria: roccette viscide, salite
spaccagambe e falsi piani altrettanto infidi, radici nascoste dalle foglie e, addirittura,
catene cui sorreggersi in qualche passaggio reso insidioso dall’umidità. Non manca nulla, soprattutto non mancano segnali e bandierine (come funghi ...) per non perdere la retta via.
Sebbene orfano della sua guida indiana
il Tapabada adotta anche oggi la solita strategia di gara. Partire piano per poi
arrivare ancora più piano. Ma oggi, a differenza di altre volte, mi sono gustato tutto. La pioggia cattiva
alla partenza, quella gelata sul monte Croce. I panorami soltanto immaginati a
causa della nebbia perenne. Pure la solita caduta senza danni permanenti. Ma
soprattutto mi sono gustato il minestrone ai ristori. Oggi serviva. Grazie
volontari. Grazie ragazzi. Grazie #utlo
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