30 agosto 2011

28/8 Sgamela'a Vigezzina

Da tre anni a questa parte l’ultima domenica di agosto il Tapabada la trascorre nella valle dei pittori e degli spazzacamini. A S. Maria Maggiore, infatti, va in onda la 38esima edizione della Sgamela’a della Val Vigezzo (e da tre anni scrivo il nome della corsa in modo diverso … ci dovrò tornare anche il prossimo per verificare l’esatta dicitura). E da tre anni il meteo ci riserva per quest'ultima domenica del mese un wonderful day
In compagnia del Pres e degli altri amici della 3 Esse, il Tapabada arriva primo tra i primi al Centro dello sci di fondo di S. Maria Maggiore, dov’è posizionata partenza e arrivo della non competitiva che si autodefinisce la più antica marcia italiana insieme alla Stramilano (?). L’aria di montagna e la visione di cime innevate rinvigoriscono la vis pugnandi del Tapabada, in questi giorni ai minimi storici. Comunque alle 9.30 si parte in cerca di gloria. Druogno, Buttogno, Toceno, Craveggia, Villette, Re, Malesco e S. Maria Maggiore. Snocciolati così i Paesi della valle sembrano uno appresso all’altro, ma in mezzo ci stanno salite (nessuna uguale all’altra) e discese, tanto asfalto e un po’ (troppo poco ahimè!) sterrato. E’ da aprile che non faccio così tanti km in un botto solo. Sarà questa preoccupazione a farmi inserire il limitatore di velocità. Si parla e ci si guarda intorno. Sulla prima salita verso Buttogno c’è la piacevole conferma che i giorni trascorsi in montagna hanno giovato alle gambe ed al fiato. Dopo l’ottavo km è la volta della salita verso Toceno, bella tosta e pendente. La successiva leggera discesa verso Craveggia serve a rifiatare prima di buttarsi a capofitto sui tornanti in acciottolato. Siamo al 13esimo km e dopo un po’ di sterrato si infila la strada che porta a Re. Il ristoro della protezione civile segna l’inizio della salita verso Villette (quest'anno  a disposizione degli atleti c'è anche il tè). Salita di quasi due km, pendenze non esagerate, ma qui serve dosare le forze in vista degli otto km finali. Il Pres ed io saliamo di conserva (come diceva Poltronieri di Arnoux e Villeneuve), senza strafare. Poi ancora una volta giù in picchiata per entrare nel grazioso paese di Re. Come sempre il contesto è splendido, soprattutto grazie alla tanta gente che incoraggia i tapascioni alla riscossa. E’ il momento della verità. Si imbocca la ciclabile che ci riporta verso S. Maria Maggiore. Il falsopiano è poco piano e molto falso. Al ristoro in mezzo al bosco prima di Malesco accuso i primi sintomi della stanchezza (as usual). L’andatura si fa più lenta, ma riesco a fare la salita che conduce a Malesco senza smettere di correre. Il resto sono i quattro km di saliscendi continui per arrivare a S. Maria Maggiore. Chiudo la fatica meglio degli anni scorsi, sia per crono che per condizione fisica: 2h16’. Polenta e birra in compagnia concludono questa bella giornata. La Sgamela’a non tradisce mai.

P.S. Grazie all'amico e socio Capasso per la foto del post

3 commenti:

  1. Lascia a tutti, proprio a tutti, un bel ricordo la Sgamelaa. Per questo ci son sempre così tanti partenti. Sei andato bene. Complimenti. Ciao!

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  2. Compimenti anche a te, certo che piace proprio questa gara anche se non ti danno assolutamente niente ( nemmemo al ristoro finale vergognoso) gli iscritti sono sempre tantissimi!

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  3. @Hal78: E' vero! Complimenti per la tua corsa. Magari la prossima volta ci conosceremo di persona.
    @Patty: il ristoro è forse l'unica pecca di una bellissima non competitiva. A presto e buone corse Patty!

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