Vicino a Tapasciopoli esistono luoghi che aprono il cuore e magnificano il creato. Oggi il Tapabada è arrivato fin quassù nelle verdi valli varesine con gli amici del TEAM 3 Esse per ubriacarsi di verde ed azzurro in una fresca domenica di luglio. Si corre il 6° Giro del Pozzo Piano, 11 km di grande intensità su fino al Passo di Cuvignone, poi intorno al monte Nudo ed infine giù in picchiata per tornare alla partenza posta nel ridente (ma per davvero, non per puro cliché letterario!) paesino di Vararo. Siamo meno di cento per questo campionato provinciale di corsa in montagna. L’ambiente è quello famigliare delle corse di paese. Io parto in ultima fila, senza nessuna velleità agonistica. Dopo qualche centinaio di metri si lascia l’abitato per salire l’erto sentiero che porta al passo di Cuvignone. Nei primi due km si risale un dislivello di 300 metri. Sentiero poco corribile, supero e sono superato e dopo 20 minuti e due km circa di fatica si sbuca sull’asfalto. Si traguarda il passo e poi giù in picchiata, zigzagando tornanti e biciclette. Dopo un altro km, la deviazione ci riporta su sterrato per un saliscendi (più sali che scendi) che rappresenta la parte centrale del percorso. Si deve completare il periplo del monte Nudo. Qualche bello scorcio sul lago Maggiore mi distrae dalla fatica che inizia a farsi sentire. Davanti a me un socio della sanmarco e una ragazza (F55!) del gruppo milanese La Michetta, per l’occasione in trasferta. Nelle salite lei corre, io cammino, l’elastico si accorcia in discesa. Il tratto ondulato termina con l’asperità finale all’ottavo km. Poi inizia una lunga discesa, prima su sterrato e, una volta tornati al passo Cuvignone, tutta su asfalto spacca-ginocchia. Il Tapabada procede con la michetta per due km, poi dietro una curva si palesa la canotta blu del socio che mi precedeva e mi butto all’inseguimento nel più sano spirito di competizione tra poveri tapascioni. In meno di un km lo supero. Sullo slancio arrivo alle spalle di quella che sarà la prima donna all’arrivo. Il tratto di sterrato conclusivo presenta qualche difficoltà dovuta più alla stanchezza che agli ostacoli sul percorso. La prima donna mi lascia passare (non vuole certo perdere l’ambita posizione per colpa di un bisonte inferocito lanciato a folle velocità su pietre scivolose alla ricerca chissà di quale traguardo personale!). Lo striscione dell’arrivo mi si butta nelle braccia dopo l’ultima curva a gomito. Buon tempo e buon piazzamento, ma soprattutto bella gara, corsa tutta d’un fiato e senza mollare mai. Bravo Tapabada! Un bravo anche agli organizzatori dell’Ateltica 3V ed al Creatore per il posto niente male che ci ha piazzato vicino a casa. Si torna in basso soddisfatti e pronti per ricaricare le pile.
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