Due
trail in sette giorni forse sono un po’ troppi anche per un super-Tapabada. Ma
non ne sono pentito. A Santa Margherita Ligure la famiglia tapasciona ha
trovato due giorni splendidi, conditi da sole, clima mite e posti da favola. E
allora fa niente se gli ultimi km sono scivolati via camminando (o “a culo
indietro”, come direbbe l’assistant coach).
E’ stato uno sfrecciare di giovani donne e arzilli vecchietti che mi svernicia vano
come fossero novelli Usain Bolt al cospetto del tapa-trailer lumaca. Ma ne valeva la pena immergersi in questo
scorcio primaverile a picco sul mare, salire e scendere inesorabilmente, senza
soluzione di continuità, per un dislivello superiore a 1000 mt., trovando poco o
niente da correre, ma tanto da fermarsi
ad ammirare. La corsa è tutta qui (e dici poco).
Una prima salita per lasciarsi
Santa Margherita alle spalle e poi giù verso S. Rocco. Poi ancora un’impennata,
qualche saliscendi e poi giù in picchiata verso San Fruttuoso. Poi la salita
per me più impegnativa dove la benzina era finita, ma il cuore contento di
faticare per risalire le ultime pendici che mi separavano da S. Margherita Ligure. L’arrivo
mano nella mano delle girls è stata la ciliegina sulla torta di un week end poco
podistico, ma tanto famiglia Bradford. Chiudo in tre ore quasi esatte che era
quanto previsto alla vigilia, senza rimpianti per essermi fermato a fare qualche
scatto. Corsa non troppo adatta alle mie caratteristiche di discesista con il freno
tirato, organizzazione tipicamente ligure (pacco gara con maglietta ricordo e neanche
un foglio di carta – bravi!), ristori limitati ad acqua, tè, biscotti e frutta
(ma disseminati ovunque), percorso ben segnalato e molti volontari attenti. Nota di merito alla bozza di birra fornita al ristoro finale (non mi ricordo il nome - sto invecchiando!). Ufficialmente dichiaro che a questo trail non
ci tornerò più: la giornata perfetta capita una volta sola.
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