Il Trail del Monte Casto è la festa del trail. E della festa ci sono tutti gli ingredienti: un padrone di casa grande organizzatore di feste, un buon numero di invitati di razze diverse, cibo e bevande in quantità (Menabrea alla spina su tutto). Ma soprattutto, come in tutte le feste che si rispettino, c'è la sorpresa: pioggia (per i più coraggiosi anche la neve), fango e freddo. Cosa potrebbe volere di più un trailer!
Ad Andorno Micca il Tapabada ci arriva da imbucato (perchè alle feste c'è sempre un imbucato). Non sono ancora un trailer ma faccio le prove. Piove, non ancora sul serio però. Risolvo gli ultimi dubbi sulla vestizione (parto con kway, che leverò quasi subito, e guanti) e mi accalco con gli altri runners della 21 sotto un tendone in attesa della partenza. Sappiamo che il percorso lungo è stato accorciato causa neve, ma a noi ci sarà risparmiata. Guardiamo in su verso quello che ci attende da lì a poco e la pioggia già si sente lungo la schiena. Partenza via e subito salita. Prima su asfalto poi per sentieri che diventano presto piste di fango. Ci si aiuta con le mani per non scivolare. Sul primo traverso prima caduta: il piede va via e atterro sulla luna, iniziamo bene! E' salita tosta ma bella, camminabile ma con ritmo. Bellissimo il sottobosco per arrivare in cima al Casto. Qui c'è gente che non scherza. Uomini dei boschi che conoscono il posto. Mi aggrego ad un gruppo di 4/5 che van su di conserva. Scolliniamo e poi giù a mille fino al primo ristoro. Davanti a noi, in mezzo alle nuvole, montagne imbiancate. Non posso fare a meno di fermarmi e documentare con la fotocamera. Ma sarà la prima e ultima foto.
La discesa è davvero impegnativa, mi aggrappo a tutto per non cadere. Mi passano in molti, ma rispetto agli ultimi trail mi sento più sicuro. Finita la discesa inizia un bel tratto in falso piano. Penso che qui deve essere bellissimo correre in una giornata normale. Si inizia a superare gli ultimi della gara lunga. Dopo il secondo ristoro il sentiero si butta giù, la staccionata che ci divide dal fosso non è molto solida, quello davanti a me scivola nel fosso. E' un attimo, mi fermo, allungo la mano torna in pista. Un grazie e via. Verso il 14esimo km l'ultima asperità della giornata, si scivola giù in continuazione, ma mi sento bene ed i piedi rispondono veloci prima che il fango li freghi. Dopo il terzo ristoro, mancano gli ultimi 4 km. Si fila via prima su (bel) sentiero, che la pioggia adesso punge. Poi giù a capofitto verso Andorno. Molti della lunga sono in panne, ma resistono. Sul finale un incitamento ad un compagno di squadra impegnato sui 31 ed i complimenti ad una coppia appena superata che finisce a mani alzate. Tolgo il cappello sulla linea dell'arrivo, la pioggia batte sulla pelata ma non la sento. Chapeau Monsieur Tapabada! 2h21' per circa 20km. Emozioni tante (difficili da raccontare che la gara è andata via tutto d'un fiato), divertimento allo stato puro, come da bimbo quando venivi giù a spazzaneve e credevi di essere Thoeni. Il prossimo anno 46km, se Dio vuole, per assaporare meglio il gusto della fatica e di questi monti. Il dopo è una doccia fredda in una camera a gas, il sapore di fango vivo ancora in bocca. Una Menabrea please!
Pain is inevitable. Suffering is optional.
Ciao Tapabada... Dopo IL CASTO il silenzio??? Sara' mica che stai accusando crampi anche alle mani??? A presto.
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Oh d. ma mica sono un pianista da pianobar che canto a richiesta :)
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