In un periodo in cui la vita la prendiamo di
trequarti e la corsa resta al margine, il Giro del Colle di S. Michele appare
la metafora del momento vissuto: sospesi nella nebbia in attesa che il
sole illumini il cammino. Così una bella tapasciata fuori porta e fuoristrada
(offroad recita il volantino), come ce ne sono tante nei dintorni di
Tapasciopoli, diventa una non competitiva con chip, iscrizione superiore alle conseguenti
attese riposte nel pacco gara e nei servizi connessi, bitume superiore alle modiche
quantità consentite dal manuale del giovane trailer.
Alla partenza lo spirito
trail è annacquato dal tanto verde (indefinito) indossato dai reduci della maratonina di
casa (mia) e allo sparo la competizione si manifesta nello spintonare tipico
dei bisonti dell’asfalto. Ma tant’è! La mia andatura è quella della tapasciata
e nell’unica occasione in cui i panorami si allargano, sul Colle, c’è
anche tempo per qualche foto in direzione delle montagne innevate. Il resto è
un pirlare intorno al medesimo colle per circa 25 km su terreno fangoso e a
tratti torrentizio. Si capisca: nulla di simile agli ampi spazi e alle relative
riflessioni podistiche che da essi scaturiscono, regalati da “I sentieri di
Santa Cristina”, trail organizzato a pochi km di qui (a proposito torna in una forma
nuova anche nel 2013), ma sempre di collinare si tratta. Da immagazzinare nei
muscoli a futura memoria per qualche maratona di inizio anno. Alla fine anche un
buon passo, complice il ricordo di una vis pugnandi esternata nel
raggiungimento di chi mi precede e buona per le campestri che verranno. Una
bella tapasciata, come tante però (con aggiunta di doccia calda e pizza fredda
al ristoro finale). Ingeneroso? Forse sì, ma prima di tutto con me stesso. Ora via
a prendere quota per artigliare la neve di questi giorni. In pianura si tornerà
solo per qualche cross, di tradizione, astenersi perditempo.
ce n'hai di buontempo, beato te ;)
RispondiEliminaCiao Daniele, e tu? periodo di riposo o poca voglia di scrivere?
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