Guardo indietro. Solamente in due occasioni ho fatto un allenamento di oltre 30km nelle due settimane precedenti la maratona: Padova 2007 e Milano 2010. In entrambi i casi gli ultimi km della gara sono stati un vero calvario. Arrivo lungo anche nella preparazione per Treviso 2011. Così sabato ne faccio 33 in 2h47’, come per Firenze 2010, dove corsi l’ultimo lungo di pari lunghezza in 2h45’, ma a venti giorni dalla maratona. Confronti inopportuni, che tolgono fiducia nelle possibilità del Tapabada? In un’ottica di causa-effetto sicuramente, ma sto leggendo S.D. Levitt che mi conforta (“Siamo sempre più avvezzi a stabilire nessi causali tra elementi evidenti e tangibili, non tra fenomeni distanti e scomodi. E siamo sempre pronti a dare credito a legami di causa ed effetto tra fatti immediatamente riconducibili l’uno all’altro”). Quindi? Quindi se a Treviso arriverò sul finale un po’ scarico magari non sarà per il lungo fatto quindici giorni prima, ma forse saranno i compiti fatti un po’ così così durante l’anno.
Guardo avanti. I compiti finiscono con una serie di 3x5000 giovedì, giorno dedicato all’unità (ognuno ci metta ciò che preferisce come oggetto). Poi cercherò l’ispirazione, che può essere anche un tricolore che sventola sulla terrazza a ricordarci un momento importante per tutti noi.
"Il campione soffre dal primo all'ultimo chilometro, ma è allenato. L'amatore per i primi venticinque chilometri scherza con i compagni poi, all'improvviso, non parla più. A quel punto andare avanti non è più questione di volontà, ma masochismo allo stato puro". Gelindo Bordin
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