Piove nella periferia di Tapasciopoli. La zona industriale in un giorno di festa (acquisita) è il luogo ideale per far girare le gambe con qualche ripetuta e per nutrire lo spirito solitario del maratoneta. Viali lunghi e dritti, deserti, se non fosse per qualche camion posteggiato ai lati della strada. Manco la consolazione del Rosa in lontananza, perché sia chiaro il senso di privazione necessaria per tagliare il traguardo. L’ultimo compitino pre-Treviso è un 3x5000 rec. 1km. a ritmo vivace ma non troppo. I quattro giorni di pausa pesano, ma parto ugualmente troppo forte. Sarà per via di quella bandiera con spada puntata, cotta e scudo che qualche italiano di Lega Pro ha appeso sul terrazzo di fronte alla mia finestra questa mattina.
I primi 5 vanno via a 4’29’’, poi il Garmin fa le bizze e reimposto. La seconda serie la faccio ancora troppo allegra (4’31’’). Nella terza non ne ho più (4’41’’) e così mi trascino verso la base con le gambe pesanti, allontanando qualsiasi velleità di PB per domenica prossima.
Poi a casa cantiamo insieme al magico quindici l'inno di Mameli e anche la spada che mi punta l'Alberto là fuori mi sembra meno ostile.
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